Madonna con Bambino

ancona, 1540 - 1560
Andrea Da Salerno (cerchia)
notizie prima metà sec. XVI

Il dipinto raffigura la Madonna seduta su un trono di nubi che tiene in braccio il figlio biondo e paffuto

  • OGGETTO ancona
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Andrea Da Salerno (cerchia)
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Vito Martire
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La grande pala eseguita da un ignoto pittore convenzionalmente indicato col nome di "Maestro di Gergei" (R. Serra, 1980), costituisce una tappa fondamentale nell'ambito della storia del retablo in Sardegna. In esso infatti le tradizionali strutture goticheggianti - di provenienza catalana - sono state sostituite da altre più rigorosamente classiciste - importate dalla Campania - preludio di quello che diverrà poi l'altare ligneo secentesco. L'ancona rappresenta dunque la fase manierista del retablo il quale, dalla tipologia gotico-catalana, caratterizzata dal prevalere del tessuto pittorico sulle parti plastiche, evolverà in quella barocca nella quale la scultura gradatamente prevalicherà la pittura sino a determinare la scomparsa del retablo medesimo. L'analisi stilistica del brano pittorico rivela immediatamente la fonte campano-laziale per la quale il Delogu (scheda di catalogo 1936) formulò l'attribuzione ad un tardo raffaellesco napoletano. Più precisamente, si può scorgere nell'opera il riflesso della cultura raffaellesca romana del primo ventennio del '500, conosciuta a Napoli attraverso Cesare da Sesto e divulgata da Andrea Sabatini. Il riferimento può essere meglio inteso se si pone a confronto l'ancona di Gergei con il polittico di Cava dei Tirreni, eseguito da Cesare da Sesto in collaborazione con Andrea da Salerno, ed ancor più col polittico di S. Rocco, opera iniziata da Cesare da Sesto ma in massima parte compiuta da un collaboratore meridionale identificabile in Andrea da Salerno. Le corrispondenze stilistiche e iconografiche tra le suddette opere, si colgono nello stesso intendimento del colore mirante a generare forme pure, articolate con classica compostezza; nelle possenti figure della Madonna inserite nello sfondo di nubi e cielo, costruite con un impianto di prospettiva rigorosa e pesanti panneggi ad ampie pieghe. Ma sorprendente risulta soprattutto l'identica posizione del Bambino - seduto sul ginocchio sinistro della Vergine sul quale si tendono i panni e si raccoglie la luce - che volge appena il capo verso sinistra e solleva la destra mentre la Madre gli cinge il busto con le mani. Rispondenze iconografiche si colgono pure nelle monumentali figure di Santi ai lati della Madonna o nell'episodio dell'Annunciazione sulla cimasa. Alla luce di tali considerazioni sembra avere fondamento l'attribuzione dell'opera ad uno stretto seguace di Andrea da Salerno e la datazione alla metà del XVI secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000043269-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro​
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Sassari e Nuoro
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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