Ritratto dei coniugi Lorenzo Vigo Fazio e Renée Rouxel

dipinto,

Tela entro cornice coeva in legno dorato

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Catanese
  • ATTRIBUZIONI Abate, Alessandro (1867-1953): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione storico-artistica dell'Ente morale Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero
  • LOCALIZZAZIONE Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero
  • INDIRIZZO Via Biblioteca, 13, Catania (CT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, attualmente esposto nei locali della Biblioteca Museo Mario Rapisardi, fa parte della "Collezione storico-artistica dell'Ente morale Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino" di Catania, istituzione allocata in un'ala del complesso monumentale dell'ex monastero dei Benedettini di S. Nicolò l'Arena. La collezione raccoglie opere di diversa provenienza: le opere dell'ex monastero benedettino acquisite dal Comune di Catania a seguito della soppressione degli ordini religiosi, la collezione facente parte della Biblioteca Museo "Mario Rapisardi", acquisita dal 1912 dal Comune di Catania per donazione del Comitato Esecutivo della II Esposizione Agricola Siciliana, a sua a volta acquirente nel 1911 e i dipinti del lascito del barone Antonio Ursino Recupero (1925). Alcune opere tra disegni e dipinti sono frutto di donazioni successive. Su proposta della Soprintendenza di Catania, che ha condotto la verifica d'interesse culturale ex art. 12 D.Lgs. 42/2004, l'Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana ha riconosciuto il rilevante interesse della “Collezione storico artistica dell'Ente morale Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero”, emanando il vincolo con D.D.S. n. 121 del 24 gennaio 2014. La tela ritrae i coniugi Lorenzo Vigo Fazio e Renée Rouxel e una nota del registro inventariale ne fa risalire l'acquisizione all'Ente alla donazione da parte della signora Rouxel intorno agli anni '90 del XX secolo, probabilmente insieme con il fondo di libri di letteratura siciliana e francese. Vigo Fazio (1897-1986) fu critico, letterato, poeta e novellista; per il suo antifascismo dovette trasferirsi a Parigi dove pubblicò vari saggi e nel 1931 sposò la violinista Renée Rouxel, poi lettrice di francese all'Università dopo il rientro a Catania. Datata e firmata, la tela è opera tarda del pittore Alessandro Abate, nato a Catania nel 1867 da famiglia benestante. Avviato allo studio del disegno dal pittore catanese Antonino Gandolfo, frequenta per circa tre anni i corsi di figura nella scuola serale d’Arte e Mestieri, presso il convitto dell’ex collegio dei Gesuiti. La sua formazione prosegue con un corso di perfezionamento a Napoli ed un soggiorno di studio a Roma, città in cui rimane per circa un decennio grazie ad una pensione erogata dal Comune di Catania. In questi anni riceve alcune commissioni ed espone opere da cavalletto come la Cantatrice ambulante o I cantastorie, soggetti improntati al realismo patetico d’ispirazione sociale direttamente attinti dal maestro Gandolfo. Dopo un viaggio a Venezia, dove aveva guardato con attenzione alle opere di Tiepolo, nel 1902 rientra definitivamente a Catania. Nel 1889 esordisce come decoratore nella volta della nuova sede della scuola d'Arte e Mestieri, nel palazzo Raddusa in via Manzoni e nella volta della sala consiliare del municipio di Sant’Agata li Battiati, dove esegue una perduta Cerere con quattro medaglioni angolari. E’ l’inizio di una carriera prolifica che lo porterà ad affrescare ambienti di palazzi e ville a Catania e in provincia, su commissione sia dell’aristocrazia catanese, sia della borghesia imprenditoriale e professionale. Per le residenze delle classi che ambivano a guidare la nuova società post-unitaria, Abate realizza soprattutto scene allegoriche e mitologiche, interpretate da eleganti e sensuali figure femminili che fluttuano in spazi celesti, emergono dal mare o si appoggiano ad architetture illusionistiche. Sono figure poste al centro di apparati decorativi variamente combinati: cornici rocaille, angeli, putti, fanciulli, nature morte, motivi fitomorfi, trompe l’oeil che aprono lo spazio verso illusori giardini fioriti, animali simbolici, drappi, grottesche e motivi geometrici, finti mosaici. Assecondando il gusto della committenza, Abate adatta ecletticamente la grande tradizione decorativa tardo barocca alla modernità del nuovo e dirompente stile Liberty. Della sua attività di decoratore rimangono numerosi studi e bozzetti, amorevolmente custoditi nella Collezione Salmeri. La vasta produzione ritrattistica di carattere ufficiale ci presenta gli esponenti più in vista della società catanese del tempo: nobili, politici, docenti universitari, artisti, confrati. In genere a mezza figura, i ritratti tralasciano lo sfondo per soffermarsi su fisionomia, postura ed espressioni del soggetto, per rivelarne carattere e personalità. All'ufficialità del ruolo di ritrattista, Abate affianca la dimensione privata, raffigurando i familiari in luoghi e momenti di vita domestica; fotogrammi del quotidiano, in particolare i dipinti ambientati nella casa-atelier progettata da Tommaso Malerba, oggi “Casa della memoria”. La produzione a soggetto religioso di Abate si intensifica a partire dagli anni '20 del Novecento, quando la committenza ecclesiastica gli affida importanti incarichi. Già nel 1906 aveva decorato la chiesa catanese di S. Martino dei Bianchi, sede della nobile confraternita omonima di cui Abate successivamente ritrae anche quattro governatori; nello stesso anno aveva lavorato anche nella chiesa di S. Euplio, distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. La prima fase assimila e riadatta al tema religioso la cifra stilistica espressa nelle decorazioni private, con ambientazioni ariose e animate dal volo di angioletti paffuti e riccioluti. In seguito, a partire dalle prime pale d'altare per la chiesa catanese del Sacro Cuore ai Cappuccini (1926-27), le composizioni si semplificano, la tavolozza si impoverisce e le figure diventano più severe e grevi. Un nuovo registro stilistico, che prende le distanze dal Liberty, è espresso nelle opere realizzate per il sacrario dei Caduti nella chiesa catanese di S. Nicolò l'Arena, inaugurato nel 1930 dopo un lungo e difficoltoso iter di realizzazione, in cui si registra anche un incendio che nel 1926 danneggia gravemente i dipinti murari di Abate. Nel solenne ambiente che riunisce contenuti religiosi e contenuti storico-politici, Abate adotta uno stile più severo e monumentale, a cui aggiunge tuttavia un espressionismo mistico frutto della dolorosa esperienza della perdita del figlio Carmelo, morto in guerra nel 1915 e simbolicamente sepolto nel sacrario con altri ignoti caduti. Abate realizza decorazioni murarie e tele anche per le chiese della provincia: Fleri, Bronte, Nicolosi, Scordia, Piedimonte Etneo. Tra il 1936 e il 1940 decora la chiesa di S. Maria della Scala a Messina, distrutta nel 1947. Le 10 tavole con santi gesuiti sopravvissute, custodite nella chiesa del collegio Ignatianum, documentano la scelta di Abate di omaggiare l'arte arabo-normanna simulando sfondi musivi dorati sia nelle perdute decorazioni delle tre calotte absidali sia nelle nicchie con i santi. Il suo ultimo grande impegno come decoratore è nel 1949 il santuario cinquecentesco di Maria SS. del Tindari, oggi inglobato nel moderno santuario eretto tra il 1956 e il 1979, dove lavora con gli allievi alla realizzazione di un ricco ciclo pittorico che riveste integralmente le superfici. Va ricordata infine la produzione di pergamene decorative dedicatorie, un genere diffuso a quell'epoca per celebrare personaggi pubblici e ricorrenze; nella Casa Museo Verga di Catania si conserva la pergamena commissionata all'artista dal Circolo Unione nel 1920 per celebrare gli 80 anni di Giovanni Verga. Abate muore a Catania il 29 marzo 1953
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900382105
  • NUMERO D'INVENTARIO 3996
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • ISCRIZIONI In alto a destra - Alessandro Abate // Catania 3-944 - Abate, Alessandro - a pennello - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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