croce, opera isolata - bottega calabrese, bottega abruzzese (sec. XV)

croce, 1445 - 1445

Croce astile, in lamina d'argento dorata, sbalzata e cesellata con figure lavorate alcune a fusione e altre a stampo. Reca sul recto, al centro, il Cristo Crocefisso, sui terminali: la Vergine, San Giovanni e la Maddalena, nell'ordine consueto; su quello in alto, un angelo che scende ad incoronare il Cristo (corona mancante). Il fondo è lavorato a minuti tralci attorno alla Croce ed a grandi volute sui terminali e sul verso. Sull'altro lato, al centro, San Pietro, assiso in trono, con le chiavi nella mano destra; nei quattro lobi vi sono le immagini simboliche degli evangelisti. Sopra di Lui, l'aquila (Giovanni) che regge tra gli artigli il triregno, a destra ed a sinistra il toro (Luca) ed il leone (Marco), in basso l'uomo (Matteo) con un libro aperto tra le mani. Sotto la figura di San Pietro, un'iscrizione su quattro righe

  • OGGETTO croce
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura/ doratura/ fusione/ laminazione/ sbalzo/ stampaggio
  • AMBITO CULTURALE Bottega Calabrese Bottega Abruzzese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo
  • INDIRIZZO Largo San Pietro, Morano Calabro (CS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La croce astile, fa capo a un gruppo di argenterie, realizzate nella prima metà del Quattrocento, in periodo aragonese, di grande valore per la cultura artistica calabrese in ambito della lavorazione dei metalli. In specie, nelle botteghe locali, si afferma una manifattura che accoglie le esperienze orafe di Napoli (vedi la croce astile di Nocara e la Ferula vescovile di Reggio Calabria) e del suo regno, rielaborandole in forme simili alla produzione orafa abruzzese (Leone 2008 pp. 36 s.). Tale premessa, rende noto la nuova attribuzione della croce, ad argentiere locale. In passato, assegnata dagli studiosi alla bottega abruzzese di Guardiagrele, sia per la trattazione del fondo a fitti tralci floreali che per la tipologia dei personaggi e per la minuziosa resa dei particolari. Una croce simile, oggi scomparsa, esisteva ancora nel 1732 nella chiesa della Maddalena. A Biagio Cappelli, va il merito di avere dato la corretta interpretazione all'iscrizione: "ANNO DOMINI 1445 HUIUS OPERIS FUIT DONATOR (O FECIT DONUM) ANTONELLUS DE SAXONI ALMAE DOMNI SANCTI PIETRI". Il nome che compare nell'iscrizione, Antonello de Saxoni, è stato variamente interpretato dagli storici locali che vi vollero riconoscere un non ben identificato principe d' oltralpe. Si tratta, invece, del reverendo Antonio di Sassone, questo il nome di una località di Morano, il quale spese per la croce ben cento ducati (Tozzi S. 1996 pp. 113-114). Originariamente, inoltre, l'oggetto era decorato con palline che sporgevano dall'intersezione delle braccia e dalle lobature terminali, come negli analoghi esemplari di S Donato Ninèa e di Paola(Cappelli B., Note marginali all'Inventario degli oggetti d'arte d'Italia, v. II. Calabria, p. 125)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800006507
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • ISCRIZIONI sotto la figura di San Pietro - A.D. MCCCC/ XXXXV/ H.O.F. D. A. TOMELLUS/ DE SAXONI A. DO. SP - a rilievo - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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