monumento funebre di De Siloe Diego, Ordonez Bartolomeo (primo quarto sec. XVI)

monumento funebre, 1500-1524

Monumento funebre

  • OGGETTO monumento funebre
  • MATERIA E TECNICA MARMO BIANCO
  • MISURE Altezza: 400
    Larghezza: 340
  • ATTRIBUZIONI De Siloe Diego (1495 Ca./ 1563)
    Ordonez Bartolomeo (1485 Ca./ 1520)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa dei SS. Severino e Sossio
  • INDIRIZZO Via Bartolomeo Capasso, 22, Napoli (NA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Estremamente complesse sono le vicende critiche legate all'attribuzione di questo monumento, sicuramente D'Engenio, Sigismondo, Celano, attribuiscono l'opera ad un Pedro de la Plata, scultore operante a Napoli nella prima metà del XVI sec. Una disamina attenta della lettera del Summonte a Marcantonio opera a Bartolomè Ordonez, ma soprattutto al figlio Diego, presente anch'egli a Napoli negli stessi anni del padre. L'ipotesi del Venturi venne ripresa dal Morisani che attribuì quasi tutto il monumento a Diego Ordonez, intorno al 1530-34, quindi Giovanni da Nola nella tomba Gaudino a Santa Chiara. Bologna ha vivacemente contestato la tesi del Morisani ed anche le date da lui proposte, asserendo che la tomba fu sicuramente eseguita entro il 1520, quando Diego Ordonez ancora non aveva compito i venti anni e che, inoltre, nel Diego citato dal Summonte è naturale riconoscere Diego de Siloe, il più stretto collaboratore di Bartolomè Ordonez a Napoli e continuatore della sua opera nella città partenopea anche molti anni dopo la morte del maestro. Seguono la teoria del Bologna anche Pane e Rotili, puntando l'attenzione soprattutto sulla figura di Diego de Siloe, interprete tipico della corrente spagnola influenzata dallo stile del Sansovino in Portogallo e quindi a Burgos, ma anche partecipe delle istanze toscane del primo Michelangelo, soprattutto nella scena del Compianto. A confermare l'ibericità del monumento verrebbe anche la composizione strutturale dello stesso, poco omogenea nel suo sviluppo orizzontale e tipicamente spagnola nella sua attenzione per i particolari decorativi piuttosto che per la coerenza architettonica particolare questo sarebbe stato imprescindibile per un artista toscano di origine e formazione. Il Weise, invece, si discosta da quanto finora affermato e tende ad attribuire soprattutto la scena del Compianto ad un artista diverso dai due spagnoli, probabilmente autore del bassorilievo con Resurrezione di Cristo nella chiesa di Santa Caternia a Formiello, fortemente influenzato dall'analogo cartone michelangiolesco. Conclude dicendo che la parte superiore del monumento, però, può rientrare nella sfera immediata dei maestri spagnoli, mentre gli angeli mediani ed i bassorilievi del basamento rientrano nella coeva tradizione napoletana, forse è attribuibile al Pietro de la Plata del Morisani. L'iscrizione fu composta dal Sannazzaro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500217740
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Napoli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici di Napoli e provincia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • ISCRIZIONI NATE PATRIS MATRISQ. AMOR ET SUPREMA VOLUPTAS/ QUAE NOBIS TE DARE SORS VETUIT/ BUSTA EHEV TRISTESQ. NOTAS DAMUS INVIDIA QUANDO/ MORS IMMATURO FUNERE TE RAPUIT/ ANDREAE FILIO DULCISS. QUI VIXIT ANN. VI/ MENSIB PARENTES OB RARAM INDOLEM - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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