Madonna con Bambino, San Giovannino e due angeli

taccuino di disegni studio post 1632/00/00 - ante 1632/00/00

Il foglio è incollato sul recto della pagina numerata 61 del taccuino. Si tratta di un incisione che raffigura la Madonna seduta con in braccio Gesù Bambino, accanto a lei due angioletti e davanti San Giovannino di spalle che la guarda

  • OGGETTO taccuino di disegni studio
  • MATERIA E TECNICA carta avorio scuro/ incisione
  • AMBITO CULTURALE Ambito Bolognese-emiliano
  • ATTRIBUZIONI Stefanoni, Giacomo Antonio (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione Giacomo e Nicola Giuliani
  • LOCALIZZAZIONE Castello Pandone Museo Nazionale del Molise
  • INDIRIZZO Via Tre Cappelle, Venafro (IS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La raccolta, miscellanea di disegni, acquerelli, bozzetti, stampe etc. di vari artisti attivi nei secc. XVII e XVIII, fu recuperata nel 1983 presso le famiglie Iannadrea e Tirabassi, eredi dei Giuliani, Giacomo, padre, e Nicola, figlio, pittori e decoratori di Oratino (CB) operativi in ambito napoletano a cavallo dei secc. XIX-XX. Nicola, allievo di Morelli, la acquisì dagli eredi di Ciriaco Brunetti, pittore e decoratore oratinese attivo in tutto il Molise dalla prima metà del sec. XVIII agli inizi del XIX. Nel 1990 è stata acquistata dal MIBAC e custodita dalla locale Soprintendenza (specifiche dell’atto del 29/10/1990: 375 disegni su fogli singoli; un taccuino di 27 fogli, un taccuino di 21 fogli, un taccuino di 141 fogli, un volume rilegato contenente 54 fogli, 129 incisioni e 24 bozzetti ad olio su tela o cartone). Considerato che su un foglio sono stati realizzati più disegni-bozzetti-schizzi, il fondo è costituito da 700 disegni circa, di cui oltre la metà acquerellati, e da circa 330 stampe, italiane e tedesche, dei secc. XVI-XVIII. La collezione è composta da: disegni raccolti in n. 4 taccuini di Ciriaco Brunetti o Benedetto Brunetti, di varie dimensioni (n. 1 con figure di Santi e n. 3 con progetti per decorazioni); un album rilegato in pelle nel quale sono stati originariamente incollati circa 200 disegni di mani diverse (riportati a singoli foglio dopo il restauro). Vi sono inoltre: circa n. 200 studi per decorazioni in larga parte siglati o firmati da Ciriaco Brunetti; un gruppo di circa n. 70 accademie di nudo riconducibili alla bottega di Francesco Solimena; un gruppo di circa n. 30 disegni a soggetto sacro di Niccolò Falocco, pittore oratinese zio di Brunetti, allievo di Solimena, operativo a Napoli; n. 40 fogli di autori vari di ambito napoletano dei secc. XVI-XVIII (Balducci, Corenzio, Giaquinto etc.). L’importanza del fondo è data dalla sua unitarietà trattandosi di materiale di uso quotidiano, giunto quasi integro fino a noi, di un pittore gravitante in ambito provinciale, la cui produzione superstite è purtroppo oggi riconducibile solo ad una serie di dipinti, conservati in chiese molisane. Testimonia, inoltre, non solo la quotidiana, costante attività del Brunetti nell’ambito dei soggetti decorativi, ma anche l’operosa attività di una bottega oratinese in cui praticavano più esponenti dello stesso ambito familiare (Pietro, Beniamino, Benedetto e Stanislao Brunetti). Le opere, restaurate per oltre il 50% in tre fasi, dal 1992 al 1995 dai restauratori C. L. B. Borruso e P. Crisostomi, sono state custodite presso i depositi della Soprintendenza fino al 2015 anno di definitiva collocazione presso Castello Pandone di Venafro, dove, a rotazione, fanno parte dell’esposizione permanente del Museo. Il taccuino pervenuto ha fogli numerati e rappresenta una raccolta piuttosto scelta di appunti grafici, che testimoniano come Ciriaco Brunetti abbia continuato ad aggiornare la propria cultura figurativa sia a contatto con gli epigoni di Francesco Solimena, sia con molte delle espressioni più qualificate dell'ambiente napoletano sino allo scadere del settecento. La qualità dei disegni rappresentati è alta, i soggetti raffigurati, mostrano una varietà d’interessi e di intenti. L’importanza del taccuino, insieme agli altri tre rinvenuti, è notevole per la loro rarità, dal momento che pochi sono quelli conosciuti in ambito meridionale. Il foglio del presente disegno è incollato sul recto della pagina numerata 61 del taccuino e presenta una incisione eseguita da Giacomo Antonio Stefanoni nel 1632, dedicata a Bartolomeo Bazi, l'incisione sarebbe, a detta del suo autore, tratta da un'invenzione di Ludovico ma tutt'oggi ignota. Una stampa che parrebbe corrispondere a questa è citata dal Malvasia tra le incisioni intagliate da altri come: "Una Madonna all'acquaforte non so da chi fortemente assassinata..." evidentemente Malvasia, non aveva sott'occhio lo stato giunto sino a noi in cui è presente il nome dell'incisore Stefanoni. Tra le opere disperse repertoriate da Brogi non compare alcun dipinto riferibile a questa incisione che forse deriva da un disegno di Ludovico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400081412
  • NUMERO D'INVENTARIO 34429 ( IT1/103)
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Molise
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Molise
  • DATA DI COMPILAZIONE 1992
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2019
  • ISCRIZIONI in basso al centro - LUDOVICO CARRACCI INV/ AL MOLTO ILL.RE SIG.RE ET PRON OSS.MO BARTOLOMEO BAZI/VERO DELLE VIRTÙ AMATORE/DI SUA SIGNORIA DEVOTISSIMO SERVITORE IACOMO ANTONIO STEFANONI DONA E DEDICA 1632/ JACOBUS ANTONIUS STEFANONIUS INCIDIT/ROMAE SUPERIOR LICENTIA - Stefanoni Giacomo Antonio - minuscolo - a incisione - italiano
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda di restauro (1)
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA Disegno (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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