portale - bottega molisana (prima metà sec. XIII)

portale, 1200 - 1249

Il portale è sormontato da una lunetta costituita da cinque colonnine radiali che terminano con capitelli a cuscino; l'archivolto è caratterizzato da cinque ghiere, dall'esterno verso l'interno: palmette, rosette, altre palmette, due serpenti che stanno inghiottendo due figurette umane nude, due file di dentelli. Pennacchi collegano l'archivolto con la cuspide; in quello di sinistra, dal basso: animali che si azzannano, un leone che ha tra gli artigli un uomo, la lotta tra un cavaliere e il leone; a destra in alto varie figure umani e animali e, all'attacco della cornice dell'archivolto, l'Arcangelo Michele. Nella striscia al di sotto del triangolo della cuspide Giona inghiottito e vomitato dalla balena tra due coppie di pistrici che si azzannano. Nella cuspide una figura seduta frontalmente su cavallo di profilo, ai suoi lati due pavoni beccanti, quello sulla sinistra sormontato da un altro uccello, forse un corvo; lungo i bordi superiori scende un motivo decorativo a bande ondulate

  • OGGETTO portale
  • MATERIA E TECNICA PIETRA
  • AMBITO CULTURALE Bottega Molisana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Maria della Strada
  • INDIRIZZO Strada provinciale 140, Matrice (CB)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il portale, preceduto da scalini, presenta una serie di scene scolpite in rilievo basso e stilizzato legate da un programma iconografico comune. Alla decorazione della lunetta, con i consueti motivi fitomorfi, è inserita una banda occupata da due grossi serpenti che stanno inghiottendo due figurette umane nude, è evidente (Gandolfo) che si tratta di morti dagli occhi chiusi, le braccia incrociate sul ventre, l' indifferenza per ciò che sta loro accadendo; la valenza simbolica del serpente, demoniaca e infernale, è sottolineata dal Pulpito Ajello della Cattedrale di Salerno, poi ripreso nel pulpito della Cattedrale di Sessa Aurunca. Le scene dei pennacchi come la figura dell'angelo, i pavoni che si abbeverano alla fonte della vita, le scene di lotta dei leone alluderebbero, secondo la Jamison, alla leggenda medioevale di Fioravante. Secondo il Gandolfo, nell'archivolto, pennacchi e cuspide del portale si succedono una serie di scene che alludono alla ferocia del vivere umano, là dove esso non sia redento e organizzato dal messaggio cristiano. Nel pennacchio di sinistra, la scena in basso ha un forte sapore di vita pastorale e riflette una realtà di sofferenza molto sentita nel mondo contadino tradizionalmente ostile agli animali selvatici per via dell'assalto alle greggi, una formula compositiva analoga ricorre nella mensola che, sulla destra, regge l'archivolto della Chiesa di S. Marcello a Capua. Anche nelle scene successive si torna ad utilizzare immagini convenzionali di sapore metaforico come dimostra ad esempio la presenza del leone, essendo del tutto improbabile che ci fossero dei leoni nelle foreste del Molise, l'uomo afferrato con gli artigli da un leone trova corrispondenza nel tema largamente diffuso nella decorazione dei portali campani del XII ed è la raffigurazione dell'invocazione contenuta in Salmi 22, 22 "salva me ex ore leoni". Chi ha organizzato la decorazione si è rivolto ai modelli che forniva la regione vicina (Gandolfo) a cui la chiesa era legata anche per via della dipendenza dalla Diocesi di Benevento; questo nesso è ribadito anche dalla scena successiva, la lotta tra il cavaliere e il leone è presente in Campania fin dalla lastra conservata nella Cattedrale di Aversa risalente agli anni '80 dell'XI secolo. La scena superiore del pennacchio di destra utilizza il tema della lotta, ben presente nei chiostri campani, la scena, piuttosto che raccontare una storia, esemplifica l'efferatezza del vivere al di fuori delle regole cristiane (Gandolfo). Dalla fase in negativo si passa a quella in positivo nella figurazione dei due uccelli che beccano all'interno di un vaso, motivo presente nei capitelli a stampella reimpiegati nella cripta di Sant'Agata dei Goti e tratto dal repertorio figurativo paleocristiano, e nella figura dell'Arcangelo Michele; quest'ultimo motivo è rintracciabile in Campania, all'attacco della cornice di un archivolto. Il senso generale dell'archivolto è quello dello scontro tra le forze della Chiesa e quelle del Demonio e, in questo quadro, la figura dell'Arcangelo trova la sua naturale collocazione. I motivi nuovi dipendono dal riferimento all'Apocalisse di Giovanni, che spiega i raggi che si dispondono dietro la testa dell'Arcangelo (Apocalisse 19, 17-18), la chiave e il manipolo sacerdotale presente nelle sue mani (Apocalisse 20, 1-2). L'individuazione, nella fascia al di sotto del triangolo conclusivo della cuspide, di Giona inghiottito e vomitato dalla balena, è stata sempre concorde ed allude alla morte e resurrezione di Cristo, mentre le due coppie di pistrici che si azzannano, ai lati, ribadisce una condizione demoniaca e peccaminosa (Gandolfo). La figura della cuspide è stata, invece, stata oggetto di molteplici interpretazioni che sono andate dalla castellana di Matrice (Ambrosiani), Pietro il Giovane Signore di Lupara (Gasdia), si è voluta vedere l'immagine della Vergine protettrice del cammino dei viandanti (Bertaux) e titolare della Chiesa (Trombetta), il Costantino dei "Mirabilia Urbis" (Jamison). Recentemente si è notato (Gandolfo) che la figura non ha attributi femminili ma una leggera barba, la veste è quella che compare nei crocifissi lignei del tipo del Volto Santo, le bande ondulate sono (non lunghi capelli) un motivo decorativo indipendente dalla figura e analogo a quello dei portali laterali da facciata; la figura sarebbe quello del Cristo così come è fissata in Apocalisse 19, 11 e il momento evocato è quello successivo alla vittoria del Cristo sulle forze del male come è scritto in Apocalisse 19, 21. La scena apocalittica è quella che precede la prima resurrezione dei morti e il primo giudizio, quello delle anime dei beati; questa raffigurazione conclude il ciclo cristiano aperto nel portale meridionale (cfr scheda 14/00007010) con il ricordo del sacrificio di Cristo per la redenzione dell'umanità. La decorazione del portale, coeva agli altri rilievi dei portali della Chiesa, si può considerare un precedente delle lunette dei portali (cont.OSS)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400007007
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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