Sant'Elia profeta

dipinto, post 1800 - ante 1897

dipinto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto Ambito Cretese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico "G. Barone"
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Comunale-Museo Civico di Baranello
  • INDIRIZZO Via Santa Maria 11, 13, Baranello (CB)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'iscrizione presente nella parte alta della tavola identifica il santo con il profeta Elia, rappresentato seduto, in atteggiamento benedicente, sullo sfondo dell'imboccatura buia di una grotta, con il mantello foderato di pelliccia che tradizionalmente era venerato per i suoi poteri taumaturgici. L'opera ripete un'iconografia che si diffonde soprattutto nel corso dei secoli XH-XV, dove Elia è raffigurato nel deserto, mentre un corvo gli porta da mangiare ( 1 Re 17,5-6). Questo soggetto, inteso come una prefigurazione veterotestamentaria dell'Eucarestia e, contemporaneamente, come prototipo della vita ascetica di monaci ed eremiti, nel lardo medioevo ebbe delle aggiunte narrative e nella maggior parte dei casi, soprattutto nelle icone del XVIII e XIX secolo, questa scena divenne solo uno degli elementi di una più vasta composizione che illustrava per intero il racconto delle ultime gesta del profeta biblico. D'altro canto, la presenza del giovane seduto davanti al profeta, intento nella lettura di un cartiglio, rimanda piuttosto all'iconografia apocrifa di San Giovanni che detta il prologo del suo Vangelo al discepolo Procoro, in una grotta sui monti intorno a Patmos, dove l'evangelista fu esiliato per volere dell'imperatore Domiziano. L'anomalia iconografica si potrebbe spiegare con la trasformazione di San Giovanni nel profeta Elia tramite l'aggiunta del corvo che tiene un pane rotondo nel becco, del manto e dell'iscrizione, forse in occasione di un restauro, non comprendendone il significato originario, come a volte accadeva, o semplicemente per una ridipintura al fine di destinare l'icona a una diversa venerazione. L'evidente impronta bizantineggiante della tavola, ascrivibile al XIX secolo, rimanda alla scuola veneto-cretese, dove si mantengono sostanzialmente inalterati fino a tutto l'Ottocento moduli e schemi compositivi arcaizzanti, ma dove si determina anche una fusione della maniera "greca" con quella "latina". Infatti, l'opera presenta stilemi bizantini nei capelli, nella barba e nel manto di Elia accanto a forme che imitano la pittura occidentale nel volto e nelle vestì del giovane che accompagna il profeta; il disegno dei panneggi modella le forme ma, al tempo stesso, è sottolineato da pieghe rigide e stereotipate; la resa del paesaggio roccioso risulta piuttosto schematica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400000310
  • NUMERO D'INVENTARIO 1745
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico del Molise
  • DATA DI COMPILAZIONE 1973
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2006
  • ISCRIZIONI in alto, al centro - vedi foto -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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