La costruzione è a cassa quadrangolare su quattro colonnette, sormontata da un tiburio ottagonale a due piani e copertura a piramide. Le co lonnette sono poste agli aongoli di un gradino quadrato, sulle quali spiccano in ogni lato doppie arcate di sesto rotondo che si incontrano al centro determinando un peduccio pensile. Le curve delle arcatelle ove poggiano le colonne ài prolunga no al di sotto del diametro con intenzione di creare, l'imposta a ferro di cavallo, caratteristica dell'arte araba. I quattro frontespizi coronati da un fascione sporgente sostengono due ordini di tamburi di pianta ettagona, disposti in modo che l'ordine superiore più piccolo ha gli spigoli nel mezzo dei lati di quello inferiore. Sul secondo tamburo una bassa copertura piramidale termina con un grandioso fiore su cui si ergeva l'Agnello divino. Le basi e i fusti delle colonne sembrano materiale frammentizio adoperato in precedenza per altro ufficio. I fusti anteriori sono forniti di un collarino che mal si adatta al capitello e poggiano su basi larghe e schiacciati con foglie protezionalè. I posteriori sono di diametro maggiore e ra stremature male eseguita. Le colonne sono sormontate da ricchi capitelli, gli anteriori di tipo bizantineggiante, gli altri di ispirazione classica. Cont. in OSS

  • OGGETTO ciborio
  • MATERIA E TECNICA Marmo
    Stucco
  • ATTRIBUZIONI Maestro Ruggero (notizie Sec. Xiii)
    Roberto Di Ruggero (notizie 1140 Ca.-1160 Ca)
  • LOCALIZZAZIONE NOTARESCO (TE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La scultura in Abruzzo è strettamente legata, nel sec. XII e XIII all'architettura. La critica più recente assegna il ciborio di S. Clemente nel decennio tra il 1140 e il 1150. Infatti il ciborio è firmato ma non datato. Infatti è alla metà del secolo XII che ha inizio la serie di amboni e ciborii che arrederanno numerosi le chiese d'Abruzzo fino alla metà del XIII secolo con una smagliante ricchezza di valori formali e cui si aggiunge il fatto, in un'epoca in cui l'anonima delle opere è consueta, che si conoscono i nomi di molti artisti e per alcuni è possibile seguirne il cammino, nejL le indicazioni cronologiche fornite spesso dagli stessi documenti. Tralasciando il discusso e purtroppo rimaneggiato ambone di S. Maria in Cellis di Carsoli, la serie ha inizio con il ciborio che Ruggero e suo figlio Roberto firmano ma non datano per la chiesa di S. Clemente al Vomano. La costruzione segue lo schema generale dii tipo più antico quale si osserva dsl periodo carolingio, in altre regioni e non solo d'Italia ma la interpretazione avviene in forme del tutto originali. Già eccezzionale è il materiale impiegato, una sorta di durissimo stucco, misto forse a polvere di marmo, che ha usato solo da questa maestranza e che conferisce agli intagli e ci trafori una pastosa morbidezza senza nulla togliere alla perentorietà delle taglienti linee di definizione volu metrica generale. Ma notevole, è soprattutto il gusto delle forme ornamentali, l'intrecciarsi dei motivi geometrici entro spazi rigorosamante definito, l'uso dei tipici elementi architettonici quali gli archetti a ferro di cavallo intrecciati nei ripiani del tiburio che in mancanza di qualsiasi notizia su Ruggero sembrano illuminarne la figura come quella di uno scultore allevato in un ambiente di cultura ispano-moresca, forse mediato attraverso la Sicilia ritroviamo appunto forme e richiami espliciti. Subito dopo questa maestranza si trasferisce a Rosciolo e qui, nella chie sa di S. Maria in Valle Porclaneta esegue il ciborio e il pulpito, datato 1151 e firmato dallo stesso Roberto e da un nuovo protagonista, Nicodemo. Al definitivo concetto decoratoristico di 3. Clemente al Tornano subentra a Roscriolo una nuova più vivaee e sciolta atmosferica plastica. Per la chiara unità della eoncezióneaarchitettonico non è facile distinguere le mani dei due artisti: tuttavia i legami che ancora uniscono queste due opere al ciborio di S. Clemente al Vomano consentono di supporre che Roberto ne sia l'autore principale, l'architetto e Nicodemo lo scultore delle storie bibliche una tematica cara al vicino ambiente campano: sarà lui a continuare forse da solo, il lavoro della maestranza firmando nel 1158 l'ambone di Moscufo dove la componente plastica prende il sopravvento e quasi dèrtaraente di Nicodemo è l'ambone del 1166 per la chiesa di Cugnoli ordinato dall'abate Rainaldc, Con questa opera si spegne di colpo, come misteriosamente era nata, la scuola dei tre maestri; la loro attività, non lascia effetti né dentro he fuori l'Abruzzo, muore .proprio nel momento in cui a S. Clemente a Casauria prende l'asrvio un nuovo corso della scultura abruzzese
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300220815
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni ambientali architettonici artistici e storici dell'Abruzzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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