acquasantiera - manifattura di Castelli (sec. XVIII)

acquasantiera, 1700-1799

Decoro modellato e dipinto.Colori:azzurro,giallo,verde ramina,bruno di manganese

  • OGGETTO acquasantiera
  • MATERIA E TECNICA Maiolica
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Di Castelli
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Ceramiche, Collezione privata Fuschi Giovanni
  • LOCALIZZAZIONE Convento dei Minori (ex)
  • INDIRIZZO via Convento, Castelli (TE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esecuzione dell'oggetto è avvenuto in due tempi,per stampaggio,il riquadro centrale,e per modellazione,le varie applicazioni di completamento:putti,nastri,vaschetta idrofora.Se fosse stato eseguito "tutto" per stampaggio,certe parti, pressate nella eventuale forma,non sarebbero mai potute "uscire" dallo stampo,neanche dopo il normale ritiro dell'argilla nella fase di semi-asciugatura (anzi in questa fase l'oggetto si sarebbe spaccato in più pezzi) in quanto caratterizzate da un vigoroso sottosquadro:come ad esempio la lingua di nastro che fa da mensola alla vaschetta,le volute del nodo intrecciato della parte bassa,come pure il "pennacchio" della parte superiore.Quindi,sia il pennacchio,sia il nodo intrecciato,sia i puttini laterali,sia,infine,la vaschetta,sono stati "aggiunti" alla parte centrale.Questo "assemblaggio" di parti è comune nelle acquasantiere modellate,specie in quelle a "tempietto",dove vi sono anche colonne libere,o frontoni con notevole aggettante.Lo stile è stato attribuito a Castelli ma forsi ci troviamo di fronte a tutt'altra scuola,ad un oggetto di area meridionale (Irpino o Pugliese),sia per il tipo di decoro che si distanzia da quello castellano (che è molto accurato e lineare anche in oggetti di livello popolare),sia per i colori (azzurro un po' terroso,giallo troppo acceso,verde ramina,che dopo la fine del sec. XVI viene usata con notevole parsimonia,quando addirittura non viene sostituito con altro più "caldo",già fin dal periodo compendiario).Per quanto riguada la figura dipinta nel riquadro,nulla fa pensare ad una iconografia chiarina:non si riscontrano caratteristiche di un abito monacale,manca il soggolo,mentre quel marrone attorno al viso definisce i capelli piuttosto che gli estremi di un saio con cappuccio (le clarisse non avevano "cappuccio"),nel qual caso non si giustificherebbe l'uso del velo azzurro soprastante.D'altra parte la Santa era stata ripetutamente ritratta nel soffitto di an Donato,con tonaca e soggolo che copriva i capelli,e le lettere S.C.Qui è più agevole pensare alla Madonna.L'oggetto appartiene ad un barocco "tardo",orecchiato più che capito,tipico di una certa cultura popolare che imitava la ridonanza dell'arte colta
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300183055
  • NUMERO D'INVENTARIO II.104
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni ambientali architettonici artistici e storici dell'Abruzzo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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