altare maggiore, elemento d'insieme di Fra Antonio da Roma, Fra Lorenzo da Roma (metà XVIII)
Altare maggiore con tre scalini di accesso ad angoli stondati e corpo con sezione centrale aggettante su cui poggia la mensa rettangolare in marmo bianco; sul lato anteriore è presente una grata in ferro battuto entro una cornice mistilinea affiancata da due specchiature anch'esse mistilinee, ripetute sui plinti che fiancheggiano il blocco centrale. La mensa è sormontata da un gradino a doppio ripiano in diaspro con specchiature in alabastro che si alternano in forme differenti sul primo e sul secondo ripiano (ovali e sagomate sul primo, mistilinee e rettangolari sul secondo). Al centro del gradino si innalza un tabernacolo architettonico a profilo convesso coronato da un timpano curvilineo spezzato sostenuto da coppie di colonnine in alabastro e da un cupolino cimato dall'Agnus Dei su nuvole. Sopra la cornice mistilinea dello sportello è raffigurato l'occhio divino su nuvole raggiate tra cherubini. Sul retro dell'altare è presente una finestra rettangolare che consente l'accesso al reliquiario posto sotto la mensa; sotto la finestra è visibile un peduccio rastremato con copertura semicircolare marmorizzata su cui è dipinto il monogramma IHS. L'altare si conclude lateralmente verso le pareti del presbiterio con due archi centinati sormontati da un timpano curvilineo spezzato
- OGGETTO altare maggiore
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MATERIA E TECNICA
marmo giallo
ALABASTRO
DIASPRO
ferro/ battitura/ verniciatura
marmo bianco/ scultura
marmo grigio
MARMO NERO
marmo verde antico
metallo/ battitura/ doratura
muratura/ intonacatura
pietra/ sagomatura/ pittura
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ATTRIBUZIONI
Fra Antonio Da Roma (notizie Sec. Xviii Metà)
Fra Lorenzo Da Roma (notizie Sec. Xviii Metà)
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di San Francesco
- INDIRIZZO Strada di San Francesco, Nazzano (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Grazie al libro di memorie sui lavori di ricostruzione della chiesa di San Francesco scritto da padre Deodato di Nazzano, Guardiano del convento dal 1752, sono noti gli scalpellini che realizzarono l'elaborato altare maggiore, ovvero i due frati Antonio da Roma e Lorenzo da Roma; Antonio vi lavorò dal 1752 mentre il novizio frate Lorenzo intervenne negli ultimi tre anni fino all'ultimazione dell'opera nel 1759. Dei preziosi marmi che rivestono la struttura padre Deodato rende noto che l'alabastro fu estratto da una cava rinvenuta fortuitamente nei terreni vicini al convento, il diaspro fu regalato dai Padri Gesuiti di Roma mentre i restanti marmi pervennero da Roma tramite altre donazioni (Santarelli 2002, pp. 177). Sotto la mensa è collocato il reliquiario a urna contenente il corpo di Santa Innocenza martire. Lo sportello del tabernacolo è stato trafugato nel 2021
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201414392
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l'Etruria meridionale
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l'Etruria meridionale
- ISCRIZIONI sul peduccio sotto la finestra sul retro dell'altare - IHS - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0