Villa Umberto I

dipinto ca 1900 - 1905

formato orizzontale

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Ceccarini Alessandro (1825/1905)
  • LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Alessandro Ceccarini è artista importante nella storia delle Scuole d’Arte dell’antico Ospizio del San Michele. Qui si formò sotto gli insegnamenti di Francesco Giangiacomo e Adamo Tadolini, divenendo scultore (suo è il monumento funebre (1870) del cardinale Antonio Tosti) e pittore, prediligendo i soggetti storici, in particolare quelli legati ai riti dei primi cristiani nelle catacombe romane, come anche Ettore Serbaroli (di entrambe si conservano nella collezione dell’IRSM di Tor Marancia alcune opere). Tenuto in gran conto per le sue conoscenze tecniche, svolse negli anni una cospicua attività didattica presso lo stesso ospizio, dove fu professore di Figura e Ornato, oltre a dirigerne per dieci anni fino alla morte (1905) la fabbrica di arazzi, cui lavorò come suo allievo Erulo Eroli. Le sue opere rivelano una notevole erudizione archeologica, ma occasionalmente si dedicò anche alla pittura di paesaggi e di vedute, come risulta dall’opera in esame e dalle altre conservate nella stessa collezione raffiguranti Vedute di Villa Borghese, nota all’inizio del Novecento come Villa Umberto I. Una di questa, non sappiamo quale, fu esposta alla mostra di Roma del 1894 (Natura ed arte, III [1893-94], 1, p. 966). Come molti altri artisti dell’ospizio entrò nel 1901 all'Accademia di S. Luca come accademico di merito, donando il suo Autoritratto (1861). La veduta, pendant dell’altra nella sala del Direttore dell’istituto venne poi tradotta in arazzo, purtroppo non rintracciato; questa, con la sua compagna, è ricordata negli inventari della collezione: 1958/62 nn.72-73; 1997 nn. 29-30. Ceccarini va inoltre ricordato per lo stretto rapporto con il cardinale Tosti che, morto nel 1866, lo nominò erede fiduciario. Al cardinale, dal 1830 Presidente dell’ospizio, spetta la ripresa della pia istituzione, ne risanò infatti l’amministrazione deficitaria, pubblicando inoltre una dettagliata descrizione della sua riorganizzazione e delle attività svolte (Relazione dell’origine e dei progressi dell’Ospizio Apostolico di S. Michele scritta da Antonio Tosti, Roma 1832). Da questa qui si evince anche il nuovo sistema di formazione professionale nel quale il prelato diede impulso all’insegnamento di alcune abilità quasi perdute (tessitura della seta, mosaico, ornato, incisione in rame, di medaglie e cammei). Con finalità didattiche volle anche arricchire l’ospizio con copie di gessi riproducenti sculture antiche e con una delle più grandi collezioni di stampe in Roma di quel periodo (16.000 pezzi) allestita in un locale interamente dedicato alla loro esposizione costituendo una vera e propria “Galleria dell’Ospizio”. La collezione di stampe del Tosti tuttavia venne venduta in blocco da Ceccarini a Thomas Gold Appleton, che la donò poi alla Boston Public Library (1869), costituendo il primo nucleo del gabinetto di stampe. Va sottolineato infine l’operato di Tosti che si dedicò alla gestione dell’ospizio con energia e zelo, tanto da non abbandonare Roma né durante la rivoluzione del 1848, né durante la Repubblica Romana dell’anno successivo. Egli riuscì anzi a ricevere un sostegno di 600 scudi dal ministro delle Finanze della Repubblica per continuare a pagare i settecento operai del lanificio, evitando in tal modo sommosse. Tuttavia, secondo le memorie di s. Giovanni Bosco che visitò l’ospizio nel 1858, tra maggio e luglio del 1849 egli dovette ritirarsi nella sua villa fuori Porta Maggiore per sfuggire al pericolo di assassinio dopo una ribellione degli alunni. Il cardinale, morto a Roma il 20 marzo 1866, fu inizialmente sepolto nella chiesa di S. Michele a Ripa ma il 15 novembre 1963 le sue spoglie con il monumento sopra citato, vennero trasferite nella nuova sede dell’Istituto romano di S. Michele a Tor Marancia (sul cardinal Tosti, di cui alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma si conserva un ritratto eseguito nel 1839 dal pittore Francesco Coghetti, vd R. Dinoia, s.v. Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 96, 2019 versione on line)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201389470
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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