I santi Pio V e Filippo Neri

dipinto,

Formato rettangolare

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Concioli Antonio (1736 Ca./ 1820)
  • LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto con L’apparizione dello Spirito Santo ai santi Pio V e Filippo Neri è firmato da Antonio Concioli, che si definisce “eques”, e datato 1796. Concioli, nato a Pergola nelle Marche, dopo una prima formazione a Bologna si spostò a Roma, dove grazie all’aiuto del cardinal Andrea Negroni ottenne la direzione dell'Accademia di disegno nell'ospizio di S. Michele a Ripa Grande (ante 1789), divenendone più tardi anche direttore della fabbrica di arazzi (probabilmente dopo il 1798). Amico e allievo di Pompeo Batoni (1708-87), che ne influenzò la pittura in chiave accademica, entrò nell'Accademia di S. Luca il 1° apr. 1781. Non ci sono notizie sulla nomina a cavaliere espressa nel 1796 dall’autore specializzato in tematiche religiose, ma rimane indicativa la testimonianza di un suo giovane allievo, Luigi Calamatta (1801-69) poi celebre incisore, che ne descrive l’estrema severità: “Fui messo a studiare il disegno sotto un vecchio maestro Concioli il quale avea il suo studio pieno de’ suoi quadri, quasi tutti rappresentanti scene amorose, con costumi del Secolo passato…era un uomo di una brutalità non comune: ci faceva disegnare con il carbone per non darci il lapis: come doveva, veniva a correggerci con un gran nerbo di bove in mano: poco ci vedeva: dà spesso una gran nerbata sul disegno: questo, essendo al carbone, spariva quasi interamente ed il poco che restava, lui non vedendo, credeva non si fosse lavorato ed allora sgrida e nerbate come piovesse, sulle spalle, dove coglieva.” (Calamatta verrà poi espulso dal S. Michele per indisciplina nel 1820, vd. Dinoia 2009). La sua sostituzione con Francesco Giangiacomo alla direzione della scuola di disegno nel 1814 sarà dunque salutata con molto sollievo dagli allievi dell’ospizio (su questo artista vedi schede successive). Non si conoscono le vicende che portarono la tela, probabilmente una pala d’altare, nella collezione dell’istituto, ma va notata la cornice dalle modanature azzurre identica a quella con l’Assunzione della Vergine, attribuita peraltro da Vittorio Casale (1982) allo stesso Concioli (n. 013893404). Da osservare che attorno al capo del pontefice non appare l’aureola, presente invece su quello di Filippo Neri, ma solo l’alone luminoso dei beati, anche se Pio V era già stato canonizzato nel 1710 da Clemente XI Albani, pontefice fortemente legato all’istituto san Michele (fu lui nel 1703 a istituire la prima casa di correzione per i ragazzi e a far costruire poco dopo (1710) la chiesa dedicata al SS.mo Salvatore, alla Beata Vergine, a S. Michele arcangelo e a s. Francesco d’Assisi, entrambe su progetto di Carlo Fontana). Appare dunque insolito che la canonizzazione del papa avvenuta all’inizio del XVIII secolo non sia stata espressa alla fine dello stesso: che si tratta dunque di una copia di un dipinto d’età precedente? La tela, eseguita poco prima della morte del pittore e in non buone condizioni di conservazione, presenta una stesura piuttosto piatta del colore e una composizione strettamente accademica, pur con una nota d’originalità data dal putto che mostra la tiara papale. Secondo la testimonianza del Diario Ordinario del Chracas del 1789, allo stesso autore andrebbe riferita anche una Deposizione che, appena terminata in quell’anno e visibile nell'ospizio di S. Michele, è risultata invece irreperibile. Si segnala che sopra l’iscrizione con la firma e la data si intravedono altre due righe il cui testo si mostra non del tutto leggibile: la prima è praticamente abrasa, nella seconda si intuisce forse, sempre in caratteri capitali …M S. HOSPITTII PP AESVLIS. Riguardo alla presenza dei due religiosi si ricorda che il Neri predisse il pontificato al Ghislieri (1566), mentre a Pio V spetta nel 1570 l’approvazione degli esercizi della Congregazioni dell’Oratorio (si vedano in proposito le numerose Vite di Filippo Neri). L’opera è citata negli inventari dell’istituto del 1949 (557), 1958/62 (537) e 1997 (118)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201389399
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • ISCRIZIONI margine inferiore sinistro sotto il gradino - EQVES ANTONIUS CONCIOLI PINXIT ANNO 1796 - Concioli Antonio - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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