stazioni della Via Crucis

rilievo,

Le 14 stazioni della Via Crucis, in ceramica verde, hanno forma esagonale allungata. La figurazione, in un rilievo molto lineare e sporgente, occupa la maggior parte della superficie. In basso, una cornice orizzontale isola uno spazio triangolare dove, a rilievo, è inserito il numero romano indicante la stazione raffigurata

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA terracotta/ modellatura, smaltatura a caldo
  • ATTRIBUZIONI Sbisà Carlo (1899/ 1964)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Opere ex Società Italia Navigazione
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le stazioni della Via Crucis provengono dalla cappella della turbonave Raffaello, progettata dall'architetto Alessandro Pscaropulo, per la quale Carlo Sbisà aveva eseguito anche l’altare con l’Annunciazione (perduto), la pala, due candelabri, il tabernacolo e l’acquasantiera, tutti in ceramica verde e bronzo, caratterizzati da figurazioni sintetiche, scarne, con echi bizantini e paleocristiani. Sono tra le ultime opere eseguite dall’artista che, dopo un esordio come pittore, dal 1945 inizia a dedicarsi alla scultura, e poi alla ceramica, anche in collaborazione con la moglie Mirella Schott. È in questa tecnica che mostra una maggiore libertà creativa, confrontandosi con le ricerche contemporanee, soprattutto nelle opere realizzate per i transatlantici, come il bar di prima classe dell’Augustus, dove con sua moglie aveva eseguito forme astratte di ispirazione vegetale e marina, traforate e illuminate dall’interno, e nella presente cappella, caratterizzata da un potente rigore formale e cromatico. Sue ceramiche erano anche sulle navi Quirinale, Conte Biancamano e sulla Giulio Cesare. Come le altre opere che decoravano i transatlantici della Società Italia di Navigazione, in seguito alla radiazione delle navi dal servizio passeggeri (l. 684/1974, art. 16), il tabernacolo è stato assegnato al Ministero dei Beni Culturali. Si ricordano numerose Via Crucis realizzate da Sbisà durante la sua carriera (Trieste, chiesa della Beata Vergine, Santuario di Monruppino, Trieste, Chiesa di Nostra Signora di Lourdes; Udine, S. Candido di Somplago; Vittoria, cappella dell’ospedale Guzzardi), nelle quali la composizione è sempre limitata a poche figure essenziali dalla gestualità marcata ed espressiva. Nelle formelle per la Raffaello essi sembrano addensarsi nella superficie neutra dello sfondo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201389003
  • NUMERO D'INVENTARIO 2624
  • ENTE SCHEDATORE Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • ISCRIZIONI in basso a destra - Sbisa' - a solchi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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