Fattoressa d'Anghiari

dipinto,

Formato rettangolare, cornice modanata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Vagnetti Gianni (1898/ 1956)
  • LOCALIZZAZIONE Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX
  • INDIRIZZO Via Boncompagni 18, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gianni Vagnetti, figlio dello scultore Italo, comincia la sua carriera artistica da autodidatta di ritorno dalla Grande Guerra. Fu membro del Gruppo Novecentesco Toscano. Dagli anni Trenta lavora anche come scenografo, costumista e illustratore. Questo dipinto riscosse successo alla Quadriennale di Roma del 1935. Spesso l'artista sceglieva i soggetti per le sue opere dalla quotidianità della vita di campagna e di provincia con uno sguardo attento all'universo femminile. La fattoressa indossa, oltre a due anelli tra cui una fede, dei gioielli in corallo: una collana di perle di corallo e una spilla che risaltano sulla stoffa bianca della blusa ricamata. I gioielli di corallo avevano una grande importanza nell’abbigliamento contadino e popolare, soprattutto per il valore apotropaico di questo materiale, attribuitogli in tutto il Mediterraneo ma anche in Asia. Il colore rosso, fin dall’antichità, ha ispirato l’analogia tra il corallo al sangue, metonimia di vita e vitalità, che gli attribuisce effetti benefici alla salute ma anche propiziatori e beneaugurali, in varie sfere di influenza come la fertilità, la salvezza dal malocchio ecc. Di fatti, scrittori classici usano l’espediente del mito di Medusa per definire le origini di questo materiale e nelle arti visive è spesso inserito nell’iconografia della Madonna con Bambino. Tutto ciò lo ha sempre reso un materiale richiesto, più per il suo valore sociale che materiale (il Mediterraneo era una grande risorsa di questo materiale che veniva largamente importato nel resto dell’Europa e in Asia). Almeno fin dalla metà dell’Ottocento, i gioielli di corallo non erano una prerogativa dell’altaborghesia, ma già gioiello povero che poteva essere indossato persino durante il lavoro nei campi. Venivano usati in diversi rituali e dinamiche economico-sociali. Oltre ad essere un ornamento, il gioiello aveva quindi una precisa funzione sociale. Potevano essere donati dalla suocera alla nuora il giorno del matrimonio - al pari della fede nuziale – a suggellare la promessa di un erede maschio; regalati da una famiglia benestante alla balia che lasciava la propria casa per nutrire i figli; o passati di madre in figlia da generazioni di contadine; o fatti indossare ai bambini per proteggerli da malattie. In una delle tre tavole che formano "La domenica nel paese delle donne" - pubblicata in un articolo su Vagnetti sulla rivista "La Lettura" del 1935 in cui si menziona anche il dipinto in esame - tra le varie figure femminili ce n'è una che indossa gioielli di corallo in maniera analoga alla Fattoressa di Anghiari, con la spilla ovale appuntata al centro del petto e un giro di perle di corallo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201385649
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX
  • ENTE SCHEDATORE Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX
  • ISCRIZIONI in basso a destra - Gianni Vagnetti - Gianni Vagnetti - corsivo, corsivo alto-basso - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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