Ritratto di donna

dipinto,

Il ritratto, proveniente dalla collezione barberini, passò in asta a Roma, presso l’Antonina il 23 gennaio 1935, per confluire nella collezione dell’architetto Anonio Munoz ed essere successivamente acquisito dalla Galleria Nazionale d’Arte antica nel 1966. Attribuito al Sacchi da Posse il dipinto è generalmente ascritto a scuola spagnola del Seicento quando era in collezione barberini, ed è stato restituito a Mola da Arslan con le conferme di Martinelli, Cocke e della bibliografia seguente. Arslan lo collocava nella produzione tarda del pittore, mentre Sutherland Harris ne colloca l’esecuzione agli anni Cinquanta. Si ignora la storia precedente del dipinto che, come ha giustamente rivelato Laureati non è identificabile negli inventari Barberini, pubblicati dalla Aronberg Lavin nel 1975. La donna ritratta i cui ricami della veste suggerirebbero l’appartenenza ad un ceto non popolare, era tradizionalmente identificata come Anna Colonna moglie di Taddeo Barberini, mentre Posse aveva pensato alla nutrice di Antonio Barberini. Arslan ipotizzò una provenienza dalla collezione colonna, avanzando l’identificazione della tela, con il “ritratto d’una vecchia” del Mola presente nel Catalogo dei Quadri di quella casata del 1783. Effettivamente un cospicuo gruppo di dipinti dell’eredità di Filippo Colonna (1760-1818), morto senza eredi maschi, fu trasmesso nel 1818 alle sue tre figlie, tra cui Vittoria, sposa in seconde nozze di Francesco Barberini. Un dato di interesse è che attraverso gli inventari colonna è possibile ripercorrere la storia di un ritratto che potrebbe identificarsi con questo, non a caso presente fino al testamento di Filippo III e di cui poi si perdono le tracce. Nell’inventario di Lorenzo Onofrio Colonna del 1679 era elencato al n.177 “un Quadro da testa con il ritratto di Madama con cornice dorata opera del Mola”; nell’inventario del 1714 al n.1628 ricompariva “un quadro di tela di palmi tre per alto rapp.te il ritratto fi Madama Colonna, originale del Mola, con sua Cornice dorata intagliata…”; la tela dovrebbe corrispondere ad “un quadro nell’altro angolo = misura di testa per alto = ritratto di una vecchia = Pierfrancesco Mola” al n.1020 dell’Inventario di Filippo III Colonna del 1783. La “madama” citata sarebbe non la “duchessa”, cioè Maria Mancini moglie di Lorenzo Onofrio, ma la madre di quest’ultimo, ossia Isabella Gioeni (1603-1655) moglie di Marcantonio V. Un utile e persuasivo confronto è dato dal ritratto giovanile della nobildonna nel Palazzo Colonna, in cui, nel volto ovale, con il naso allungato, il mento sfuggente, ed il taglio particolare degli occhi, sembra di riconoscere lo stesso personaggio del presente ritratto, vent’anni prima

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