decorazione plastico-pittorica,

decorazione scandita da cornici modanate ad elementi floreali divise da riquadri rettangolari con al centro testina muliebre con ali; riquadri con storie di Mosà alternate a grottesche e ad emblemi araldici

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • ATTRIBUZIONI Pellegrini Pellegrino Detto Pellegrino Tibaldi (1527/ 1596)
  • LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE il fregio di questa stanza, posta ad angolo fra il vicolo del Cefalo e il giardino, è stato particolarmente analizzato dalla Pugliatti (1984). La studiosa ha notato infatti che nella ricevuta di pagamento datata 20 novembre 1553, il firmatario 'Nicolas de Bruyne fiammingo' ritira la somma a nome di 'messer Pellegrino da Bologna pittore' identificato dalla stessa con Pellegrino Tibaldi. A quest'ultimo è quindi attribuita l'esecuzione del fregio con le 'storie di Mosè'. La decorazione di quest'ambiente appare effettivamente diversa da quelle delle altre stanza, sia perché le zone affrescate presentano una partizione 'più sobria e geometrica', sia perché gli stucche non sono elementi rilevanti ma solo limitati alla cornice dei riquadri. Gli affreschi inoltre presentano, nonostante alcuni ritocchi successivi, un'impostazione più monumentale delle figure che appaiono vicine a quel modello michelangiolesco che ha caratterizzato la produzione giovanile dell'artista. Affinità di modi si riscontrano anche fra lo stile di questo fregio e gli affreschi da luio condotti della cappella Poggi nella chiesa bolognese di san Giacomo maggiore datati tra il 1551 e il 1553. La scelta di raffigurare in questa stanza le Storie di Mosè fa supporre una sua destinazione a cappella. Le scene non seguono un ordine cronologico e l'ultimo episodio con la punizione di Koren, Datan e Abiran più che dalla Bibbia sembra desunto dall'analoga rappresentazione del botticelli nella cappella Sistina. Secondo De Jong (1992) il fatto che siano passati sei mesi fra il pagamento di questa stanza e quello precedente per la Stanza dei Fatti Mitologici e il fatto di aver utilizzato qui un altri pittore, dimostrerebbe che quando il cardinale acquistò il palazzo la stanza non era ancora costruita e che quando lo fu, il Ponsio era momentaneamente impegnato come assistente del Salviati nella Sala Grande. Così il cardinale avrebbe approfittato della presenza a Roma del Tibaldi impiegandolo unicamente in questa stanza e tornando a commissionare le altre camere sul giardino al Ponsio nel 1555
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200864067-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1999
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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