fregio con storie di Tobia

decorazione plastico-pittorica,

fregio costituito da riquadri quadrangolari con storie di Tobia ed ovali contenenti figure di sibille e profeti, cornici in stucco ad ovali e dentelli; mascheroni, ghirlande, putti e satiri alternate a figure femminili con palme e corone ed angeli con rami fioriti; agli angoli satiri in atto di sostenere architrave

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • ATTRIBUZIONI Ponsio Jacquio (notizie 1527-1570)
  • LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE questa sala dedicata alle 'Storie di Tobia' è una delle più riccamente ornate del Palazzo. La sua decorazione come si desume dai pagamenti rintracciati dalla Hewett (1928) e rianalizzati da De Jong (1992), fu eseguita nel maggio del 1553. Nel pagamento relativo alla stanza appaiono citati 3 artisti che dal 13 al 27 maggio eseguirono i lavori. Il primo è ancora Jacquio Ponsio che fu impegnato in questo ambiente per 11 giorni con una diaria giornaliera di 4 baiocchi; il secondo è un certo 'Geronimo Compagno' che vi lavorò per quattro giorni alla cifra di 25 baiocchi, il terzo è 'Gutardo Lomardo' (Lombardo ?) che per cinque giorni fu pagato 30 baiocchi. Questo'Geronimo Compagno' è stato identificato dalla Hewett (1928) e sulla scorta di lei da Salerno (1975), con Geronimo da Faenza detto il Fantino che però secondo De Jong (1992) viene confuso dalla studiosa con il Fantino maestro di casa del cardinale Ricci e dalle cui mani il Ponsio riceve il salario per la decorazione della camera. Sia il Fantino che il Lombardo (non identificato) sembrano essere semplici aiuti dell"artista francese. Secondo De Jong (1992) non c'è dubbio che le scene dipinte siano infatti da ascrivere alla mano del Ponsio, non solo perché i documenti suggeriscono la sua parte da leone, ma perchè lo stile degli affreschi con le figure elegantemente allungate e atteggiate in pose manierate si accosta a quello delle camere sul giardino eseguite da lui con certezza. E' stato notato a partire dal fregio di questo ambiente una vicinanza con gli schemi decorativi di impronta francese (Pugliatti, 1984). Come nella reggia di Fontainebleau anche qui viene data agli stucchi una rilevanza pari a quella degli affreschi. L'accostamento con la cultura artistica della reggia di Fontainebleau e quella presente in Palazzo Sacchetti sarebbe d'altronde giustificata con la presenza del Ponsio che aveva lavorato con il Primaticcio nel castello di Meudon. De Jong infine nota che queste pittore sono condotte sotto l'inflenza del Salviati, influenza riconoscibile soprattutto in quelle scene che mostrano una più complessa articolazione spaziale. L'iconografia del fregio è derivata dal Libro biblico di Tobia che appare eseguito fedelmente a parte quelle minime deviazioni dovute alla difficoltà di tradurre in pittura il linguaggio scritto. Le storie iniziano dalla parete corta sopra la porta che conduce alla Stanza dei Fatti Mitologici. Non si conoscono precedenti cicli pittorici con questo soggetto nei palazzi romani; solo successivamente storie di Tobia saranno raffigurate da un anonimo pìttore nel Palazzo Caffarellì Vidoni in Corso Vittorio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200864059-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1999
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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