acquasantiera pensile, (?) 1731 - (?) 1733

Al centro della placchetta, è raffigurata la Vergine Maria nell'atto di stringere a sé il Bambino. La scena è inquadrata da due volute ornate da cherubini, che si ripetono anche sul timpano e sul bordo superiore della piccola conca a forma di conchiglia, e da ghirlande

  • OGGETTO acquasantiera pensile
  • MATERIA E TECNICA argento/ fusione/ sbalzo/ cesellatura/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Galassi Filippo (1685/ Ante 1757)
  • LOCALIZZAZIONE Cassino (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il manufatto, di aggraziato gusto rococò, è la chiara espressione della cultura figurativa dell'epoca e dell'estro poliedrico degli argentieri. Sul raffinato oggetto sono impressi il bollo camerale - si tratta probabilmente del bollo contrassegnato con il n. 93, in uso dal 1731 al 1733 - e quello di Filippo Galassi, orefice e argentiere spoletino attivo a Roma nella prima metà del Settecento. All'argentiere dobbiamo con molta probabilità attribuire anche un'altra acquasantiera impreziosita da lapislazzuli, sempre custodita a Montecassino (Catello 1993, fig.23). I due preziosi oggetti presentano delle stringenti affinità, come dimostrano nel complesso la struttura progettuale, il repertorio stilistico e, soprattutto, la rappresentazione, pressoché identica, del medaglione centrale tra ghirlande, volute e testine d'angelo. Questa seconda acquasantiera può essere identificata con quella citata da Lipinsky nel 1949. Infatti, grazie allo spoglio sistematico di un fondo inedito conservato presso l'Archivio Segreto Vaticano, lo studioso trovò un volume sul maestro argentiere e su tre oggetti che questi realizzò per il Palazzo Apostolico, tra i quali "Un immagine in argento, in lastra tirata a bassorilievo, raffigurante la Vergine con il Bambino, racchiusa entro una cornice di metallo dorato, centinata, con applicazioni di argento e di lapislazzuli ed altre pietre dure. In basso era fissata una piletta per l'acquasanta". Galassi ottenne la patente di maestro a Roma il 29 dicembre del 1720 e a partire dall'anno successivo subentrò nella bottega già diretta da Giuseppe David e dai Laurenti. Orafo personale di papa Clemente XI (1700-1721) e Console del Collegio degli orafi e argentieri, l'artista soggiornò a Roma per quasi un trentennio e fu sicuramente "capace di tener testa alla concorrenza di altri artisti, suoi attivissimi contemporanei" (Lipinsky 1949, p. 93)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200841236
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2012
    2012
    2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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