Giuramento di Bruto sul corpo di Lucrezia. scena romana

dipinto ca 1884 - ca 1884
Pichot Emile-jules (attr)
La Chapelle Vendômoise 1857 / ? sec. XX

In un ristretto ambiente tenebroso, in cui penetra da sinistra un fascio di luce, tre robusti personaggi della storia romana con tuniche - tra cui Lucio Giunio Bruto e Collatino, marito di Lucrezia - giurano sul corpo esanime di Lucrezia disteso a terra su uno scalino in basso in primissimo piano. Piegato sul corpo di Lucrezia, suo padre, coperto da un manto e da un cappuccio. Bruto, rappresentato saldamente in piedi sulla destra, tiene nella mano sinistra un pugnale mentre giura con la mano destra distesa in avanti. Il gruppo dei tre eroi romani, colto nell'atto di giurare, distende le braccia in avanti sondando la profondità dello spazio e determinando diverse direttrici. Lucrezia, nella sua candida veste bianca, giace ai loro piedi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA Olio su tela
  • MISURE Altezza: 145
    Larghezza: 115
  • ATTRIBUZIONI Pichot Emile-jules (attr)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo delle Belle Arti
  • INDIRIZZO Viale delle Belle Arti 131, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Presentato all'Ufficio Esportazione-Oggetti di Antichità e di Arte di Roma, per l'esportazione definitiva negli USA per conto dell'antiquario Arturo Ferrante e acquistato con diritto esercizio di prelazione dal Ministero nel 1981 (cfr. Archivio Generale G.N.A.M./ Acquisti di opere d'arte definiti, 1981, po. 3-8), questo dipinto compare nel verbale di ricevuta della G.N.A.M. come olio su tela raffigurante "uno degli Orazi che uccide la sorella", di anonimo di scuola francese della fine del sec. XIX. L'attribuzione al pittore francese Emile-Jules Pichot, la corretta identificazione iconografica e la collocazione cronologica - riportate nella scheda inventariale della G.N.A.M. n. 6191 - si devono a Bruno Mantura. Artista francese, nativo di La Chapelle-Vendomoise, dedito alla pittura di storia e di genere (paesaggi e ritratti), Pichot si formò con Cabanel, James Bertrand e Aimé Millet all'Ecole des Beaux-Arts di Parigi. Dopo i primi riconoscimenti ufficiali ricevuti nel 1878, cominciò a esporre ai Salon dal 1879, nel solco della tradizione accademico-classicista ufficiale. Vinse nel 1879 il secondo premio del Grand Prix de Rome messo in palio dall'Accademia francese, col dipinto La morte di Demostene. Evidente in questa teatrale composizione di un più raro soggetto storico-romano nella produzione dell'artista, più incline a ritratti e quadri di genere, dalla contrastata illuminazione di ascendenza caravaggesca e dal virtuosistico gioco di braccia che si distendono, sondando la profondità dello spazio, l'apprendistato accademico di un pittore formatosi sulle opere dei grandi maestri del classicismo francese, educatosi in particolare sui capolavori storico-politici neoclassici del David
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200826318
  • NUMERO D'INVENTARIO 6191
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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