episodi della vita di Sant'Onofrio

dipinto,

composto da cinque o sei scene (delle quali oggi visibili solo le tre del lato sinistro e quella dell'ordine inferiore destro), incorniciate da fasci d'alloro e bande orizzontali con iscrizioni (poco leggibili) in caratteri gotici

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Toscano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Convento di S. Onofrio al Gianicolo
  • INDIRIZZO Piazza di Sant'Onofrio, 2, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Petrocchi considera, come già Huetter e Lavagnino, le scene con storie di sant'Onofrio e le due figure di santi ai lati del portale (forse ridipinte) appartenenti a due fasi decorative distinte, sulla base di considerazioni di lettura della superficie muraria e di analisi storica. Le scene sono dipinte su di un muro oggi appartenente ad un locale di semplice passaggio ma da identificarsi probabilmente con l'antica facciata del nucleo originario della chiesa, costruito tra il 1437 e il 1444, corrispondente grosso modo alle prime due cappelle del lato destro della chiesa attuale. I dipinti circondavano un portale oggi tamponato (si tratta del lato esterno dell'attuale parete destra della cappella di S. Onofrio, prima a destra). A una seconda fase di lavori, successiva alla morte (1449) del fondatore del convento, il beato Nicola da Forca Palena, rappresentato a destra, apparterrebbero le sole due figure ai lati del portale. Le scene a monocromo verde sono da ricondursi probabilmente a due differenti artisti toscani, forse fiorentini, e sono da considerarsi, "scomparso il ciclo masoliniano di Palazzo Orsini, come l'unica testimonianza a Roma delle rivoluzionarie novità del primo rinascimento fiorentino successiva all'apice della cappella Branda di S. Clemente" (Petrocchi, p. 173), in un panorama piuttosto povero di opere superstiti nel quale domina invece l'influenza del linguaggio gentilesco. Il ciclo, considerato "il momento più alto fino ad oggi conservato espresso dalla cultura pittorica di Eugenio IV" (Petrocchi, p. 174), conferma la tendenza di Roma a servirsi di artisti esterni e quella di Eugenio IV in particolare di servirsi di artisti fiorentini. Dal punto di vista iconografico è notevole e certo non casuale l'insistenza su episodi legati alla vita conventuale "come esperienza religiosa fondamentale anche per una scelta estrema come la vita eremitica" (Petrocchi, p. 174). La scena a destra dell'ordine superiore (ammesso che si trattasse di una sola scena) rappresentava probabilmente la "prova del fuoco", come sembra potersi supporre dall'iscrizione, nella quale Petrocchi legge (p.167) "(...) comandamento dell'angelo lo fece battizare et imponere nome honofrio"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200820728-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2000
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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