decorazione plastico-architettonica,

decorazione complessiva di due ambienti comunicanti, con balaustrata, cancelletto d'ingresso, pavimento a disegni geometrici. Primo ambiente: a destra, monumento sepolcrale di Torquato Tasso; a sinistra, su fondo di drappeggi dipinti, lapide commemorativa e lunetta dipinta con scena storica; volta partita da stucchi (ovoli, motivi vegetali, teste cherubiche) con scene sacre dipinte. Secondo ambiente: pareti e altare ornati da specchiature di marmi e finti arazzi; pala d'altare; volta riccamente ornata da motivi decorativi e stemmi a rilievo, dorati, su fondo policromo; occhio centrale con iscrizione e scena sacra dipinta

  • OGGETTO decorazione plastico-architettonica
  • ATTRIBUZIONI Piccoli Carlo (notizie Metà Sec. Xix): architetto
    De Fabris Giuseppe (1790/ 1860): esecutore parziale sculture
    Balbi Filippo (1806/ 1890): esecutore dipinti
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Onofrio al Gianicolo
  • INDIRIZZO Piazza di Sant'Onofrio, 2, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dopo due secoli di poetici lamenti (Marini, Palluzzi, Baldi, Leopardi) per l'insufficiente enfasi d'onori funebri assicurata al poeta Torquato Tasso dal sobrio monumento dovuto all'interessamento del cardinal Bevilacqua (ancora visibile in controfacciata, vicino alla cappella), su iniziativa di diversi principi romani e sotto la protezione del card. Giulio Maria della Somaglia, prese avvio (1827) la realizzazione da parte di Giuseppe De Fabris del nuovo monumento. Dopo diverse interruzioni dovute alla mancanza di fondi e nonostante De Fabris avesse portato comunque a termine l'opera verso il 1840, su iniziativa di papa Pio IX, sotto la direzione del ministro del commercio e belle arti Milesi e con il contributo di marmi e arredi donati dal segretario di stato Antonelli, il monumento venne collocato nella cappella (1857), la quale nello stesso tempo venne ampliata, grazie allo sfondamento della parete di fondo, e completamente decorata sotto la direzione artistica di Carlo Piccoli (Huetter e Lavagnino parlano erroneamente di "A. Piccoli"). I lavori dovettero procedere in una certa ristrettezza di tempi, se Caterbi, testimone dei lavori, nella sua monografia sulla chiesa (1858) si sente in dovere di giustificare il contributo del pittore Filippo Balbi con la seguente considerazione: "(...) ci corre obbligo però di premettere ch'ei fu posto in tal sollecitudine da doverle condurre in cortissimo tempo e tra circostanze poco favorevoli al raccoglimento ed alla quiete necessaria ad opere siffatte"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente straniero in Italia
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200820724-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2000
    2006
  • ISCRIZIONI pavimento - PIVS IX PONT MAX / A FVNDAMENTIS EREXIT - a caratteri applicati - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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