Chopin notturno I op. IX. Interno di campanile

dipinto, ca 1905 - ca 1907

Interno di campanile vivamente illuminato dalla luna

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA Olio su tela
  • ATTRIBUZIONI Grassi Vittorio (roma 1878 / Ivi 1958): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale d'Arte Moderna
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo delle Belle Arti
  • INDIRIZZO Viale delle Belle Arti 131, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, esposta la prima volta nel 1908 all'annuale mostra degli Amatori e Cultori di Belle Arti, fu realizzata a Roma probabilmente tra il 1905 e il 1907, benché non sia possibile determinarne con certezza la data d'esecuzione per la mancanza di materiale documentario relativo ai primi anni dell'attività dell'artista. Tuttavia, il taglio lo avvicina a "Ecclesia Domini" (esposto nel 1907), mentre il tema lunare ricorda "Madrigale alla luna" (esposto nel 1909), permettendo di collocare il dipinto a questo arco temporale. La data 1905 (proposta da Galassi Paluzzi e Scarpa), dunque, potrebbe essere precoce benché la critica abbia sempre sottolineato, a sostegno di quella datazione, che in quello stesso anno furono presentati a Roma dei concerti di Chopin e il melodramma "Chopin" di Orefice e Orvieto (cfr. "Novissima", 1906). Inoltre, un quadro dallo stesso titolo, di A. Majani, fu pubblicato in "Novissima" nel 1903, insieme ad altri riuniti in una serie dal titolo "Impressioni pittoriche da composizioni musicali celebri". "Chopin, Notturno I op. IX" fu donato alla Galleria dallo stesso pittore nel 1914 in cambio dell'opera "Canzone ironica" acquistata dallo Stato alla II Secessione Romana, spiegando così il motivo per cui nel registro inventariale della Galleria il quadro è menzionato con il titolo di "Serenata", come si desume da una nota presente nel registro stesso.Sia la scelta del titolo - che rimanda alla ancora viva relazione pittura-musica, centrale nella cultura simbolista europea - sia la tematica del notturno, sono frequenti nell'opera di Grassi, in linea con le poetiche simboliste italiane primo-novecentesche; come in altre opere, l'artista si concentra su un soggetto architettonico riprodotto con taglio insolito e fotografico, permettendogli di estraniare un particolare dal contesto al fine di conferire ad esso una forza simbolica volta a veicolare messaggi universali. Grassi è capace di assorbire e sintetizzare i vari aspetti della cultura romana a cavallo dei due secoli prendendo spunto in primis da Mario de Maria, denunciando allo stesso tempo contatti con l'ambiente di Balla e del gruppo modernista romano di Cambellotti, Prini, Carlandi e dei 'XXV' della Campagna Romana di cui era esponente. Il legame con il mondo modernista e delle arti applicate è centrale, del resto, proprio a proposito dell'opera in esame poiché essa fu trasposta in una vetrata artistica eseguita da Cesare Picchiarini per la saletta della musica del villino "La Casa" del 1911.Un bozzetto ad olio del dipinto si trova presso gli eredi del pittore
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200491278
  • NUMERO D'INVENTARIO 2034
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • ISCRIZIONI in basso a destra - "VITTORIO GRASSI" - Grassi V - corsivo - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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