paliotto - ambito laziale (secc. XI/ XII)

paliotto, 1000 - 1199

Il paliotto è costituito da quattro lastre suddivise mediante colonnine alveolate dalle basi di tipo attico i cui tori sono scolpiti a cordone ritorto. Al centro della lastra mediana è scolpito l'agnello crucifero nel clipeo, inserito in una croce astile racchiusa entro un arco. Nello spazio di risulta tra questo e le colonnine laterali sono disposte due rosette. I capitellini sono costituiti da foglie d'acanto, tra le quali sono inseriti giglietti e foglioline capovolti. La lastra frontale è inquadrata da una coppia di pilastrini in cui la presenza di griffes angolari alla base, dimostra che in origine essi dovevano essere montati agli angoli di un altare a pianta quadrata. I capitellini dei quattro pilastrini e della altre due lastre frontali sono scolpiti con foglie di giglio chiuse in basso da un fermaglio. Sul lato destro dell'attuale altare vi è la quarta lastra (probabilmente pertinente al retro di quello originario), analoga a quella descritte

  • OGGETTO paliotto
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Laziale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Pancrazio
  • INDIRIZZO Via Consolare, 66, Ferentino (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sull'interessante paliotto si sono soffermati numerosi studiosi, senza peraltro giungere a una conclusione concorde. L. Morosini (1939) e V. Celani (1972) ritengono che le lastre siano pertinenti non già a un paliotto bensì a un pluteo probabilmente proveniente dalla primitiva Cattedrale di Ferentino, e databile al IX secolo. Un secondo gruppo di studiosi (J. Braun; W.-Becchi; B. Valeri; A. Cadei; I. Moccia) osserva invece giustamente che le lastre sono senza dubbio pertinenti a un paliotto attualmente montato in maniera difforme da quella originaria, in cui questi elementi rivestivano un altare a blocco, cioè a pianta quadrata, con pilastrini angolari, come infatti dimostra la presenza di griffes anche alla base delle colonnine che inquadrano la lastra centrale. Pareri discordi mostrano invece i medesimi studiosi per quanto concerne la datazione del manufatto. Il Wuscher-Becchi lo attribuisce infatti al VII secolo; il Braun agli inizi del IX; B. Valeri propone una datazione senz'altro posteriore ma non più tarda della prima metà del secolo XII. Il Cadei e I. Moccia lo collocano in ambito culturale cistercense. In particolare quest'ultima lo attribuisce alla prima metà del XIII secolo, in base a una serie di confronti - in verità non tutti convincenti - proposti con gli altari della Cattedrale di Anagni (i tre presenti nella cripta e quello della Cappella Caetana - che è però più probabilmente della fine del secolo) i quali rientrano nella tipologia "a blocco". In appoggio alla propria tesi la Moccia nota alcune affinità tipologiche che legherebbero l'agnello crucifero di S. Pancrazio ad analoghi elementi presenti su un capitello di Casamari (pilastro sinistro del portico), che in realtà sembra però assai diverso da un punto di vista stilistico, su un capitello della navata sinistra e su uno del chiostro di Valvisciolo, peraltro di incerta datazione (secolo XII-XIII?). Ancora con Casamari e Fossanova e con chiese romaniche francesi, vengono confrontate le foglie d'acanto e i giglietti capovolti dei capitellini del paliotto, e in generale la studiosa rileva delle affinità tra la scultura delle lastre ferentinati e quella delle lastre degli altari di Casamari. La parte meno convincente del pur puntuale studio è però, a nostro avviso, costituita dalla relazione posta dalla studiosa tra le sculture del paliotto e il 2° capitello a destra della stessa chiesa di S. Pancrazio (cfr. scheda n. 12/00256378), col quale non ci sembra così evidente "lo stretto rapporto coi capitellini del paliotto", dal trattamento assai meno raffinato e ove la presenza di elementi tratti dal repertorio altomedievale (le rosette, le palmette, il cordone ritorto) è assai più evidente che nel capitello anzidetto, il cui gusto non ci appare pertanto così strettamente assimilabile a quello che produsse il paliotto. Escluderemmo pertanto una comune matrice cistercense tra la maestranza che operò alla realizzazione del paliotto - più probabilmente precedente, XI-XII secolo -, e quella nell'ambito della quale furono scolpiti i capitelli ed in particolare il 2° a destra della medesima chiesa
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200256370
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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