lapide documentaria,
1040 - 1060
Lapide in marmo bigio in quattro frammenti recante epigrafe in caratteri semi onciali
- OGGETTO lapide documentaria
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MATERIA E TECNICA
Marmo
- AMBITO CULTURALE Ambito Laziale
- LOCALIZZAZIONE Ferentino (FR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'epigrafe pone una serie di problemi intimamente connessi alla vicenda controversa, e per molti aspetti oscura, delle fasi costruttive della Cattedrale e della distrutta Chiesa di S. Pietro. Nel testo sono infatti menzionati in vescovo Leone e l'Apostolo S. Pietro, elementi, questi, in base ai quali il Morosini (L. Morosini, Notizie Storiche, 1948) propone una poco probabile lettura dell'epigrafe secondo la quale col nome di Leone verrebbe indicato il primo vescovo ferentinate, creato dallo stesso S. Pietro in occasione del passaggio di questi e di S. Paolo in città. In realtà l'affermazione del Morosini segue semplicemente il solco della tradizione, ma nulla chiarisce sul senso del testo che, tra l'altro, egli cita dal Simbolotti (G. M. Simbolotti, Storia di Ferentino, 1762) che evidentemente, a sua volta, lo legge in modo incompleto, mancando la sua trascrizione di alcune parti del secondo e del quarto frammento(BONO; PETRI; FECIT). Il primo problema posto dalla lapide, comunque, è quello relativo all'identità del vescovo Leone, che il Cappelletti (G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, 1847, cfr. bibl.) in una sua ricostruzione del succedersi dei vescovi ferentinati - basata, riteniamo, sugli attendibili studi dell'Ughelli (F. Ughelli, Diocesi di Ferentino, Italia Sacra sive de Episcopis Italiane et Insularum, I, 1644, p. 722) e seguita e riconfermata anche dal Fenicchia (V. Fenicchia, voce Ferentino, in Dictionnaire d'Histoire et de Géographie Ecclésiastique, 1967, VI, col. 1057, 1058 e 1060) - riporta con il n. XXI Leone che sarebbe stato creato in un anno incerto ma sicuramente da collocarsi tra il n. XX Alessandro (1015-1059) ed il n. XXII Agostino (sino al 1106), quindi alla metà dell'XI secolo. A questo vescovo è dunque da riferirsi la menzione contenuta nel testo, indicazione piuttosto attendibile, in quanto trova anche il coerente riscontro dei caratteri epigrafici con la cronologia proposta (sebbene anche la trascrizione del Cappelletti sia lacunosa, poiché mancante del quarto frammento: BONO, OLI, FECIT). Dato pertanto come ragionevolmente acquisito questo dato - che peraltro colma il vuoto cronologico intercorrente tra Alessandro e Agostino -, resta tuttavia sospeso l'interrogativo riguardante la provenienza del manufatto, che ad ogni modo, ci sembra di capire, il Cappelletti, pur non facendone esplicita menzione, potrebbe aver visto posto a destra della Cappella del SS. Sacramento (Cappelletti, op. cit., p. 292). Recenti studi sulle fasi costruttive della Cattedrale (L Pani Ermini, Note di topografia religiosa in età paleocristiana e altomedievale, "Storia della città", 1980, nn. 15-16, pp. 69-70; G. Curcio- L. Indrio, Le fasi costruttive della Cattedrale, in "Storia della Città", 1980, nn. 15-16, p. 83 ss.; L Pani Ermini - R. Giordano, Il Paleocristiano in Ciociaria, Atti del Convegno, Fiuggi 8-9 ottobre 1977, p. 92 ss.) sembrano concordare sullo scarso fondamento della tradizione che vorrebbe l'attuale Cattedrale sorgere sulle basi di una chiesa più antica, e ciò è negato in base ad argomentazioni plausibili, non restando infatti all'interno della Cattedrale tracce visibili relative ad una costruzione precedente. Non potendo quindi postulare l'esistenza di questa più antica chiesa, è altrettanto quasi certamente da escludere che l'iscrizione si riferisca ad un arredo o altro ivi situato. È naturalmente da rigettare che il riferimento riguardi la Cattedrale così come la vediamo oggi, poiché essa venne certamente innalzata ai tempi di quel vescovo Agostino - successore di Leone - al quale allude senza dubbio l'iscrizione incisa sulle transenne della zona presbiteriale. Ne nessun riscontro incontrovertibile ci autorizza a ritenere la lapide in questione proveniente senz'altro dalla distrutta Chiesa di S. Pietro (situata accanto alla Cattedrale e sconsideratamente demolita nel 1850), della quale, peraltro, si hanno pochissime ed incerte notizie ma che sembra risalisse ad epoca paleocristiana o, molto più probabilmente, data l'ubicazione sull'Acropoli, altomedievale. La Zannella (C. Zannella, Ferentino in "Storia dell'Arte italiana, parte 39. Inchieste sui centri minori", Einaudi, 1980, parte 3, vol. 1, p. 292) che cita il Catracchia (B. Catracchia, Le chiese di Ferentino, Frosinone, 1974) parla di un'iscrizione dalla quale si ricava che la chiesa dedicata a S. Pietro, sita sull'Acropoli, sarebbe stata consacrata da S. Leone IX (1048-1054) [continua in Osservazioni]
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200256100
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 1986
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
- ISCRIZIONI nel campo - +SUSCIPE S[EM] P[ITERN]E. D[EU]S. REX OPUM BONO/ RU[M] ATQ[U]E BEATI PETRI APOSTOLI/ EGO LEO S[AN]C[TU]M EPISCOPUS FECIT - a solchi - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0