Cristo re

dipinto, 1934 - 1934

Affresco entro catino absidale

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Funi Achille (notizie 1934 Ca)
  • LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Databile tra la fine del 1933 e l'inizio del 1934. La influenza che sulla committenza del tempio di Cristo Re ha avuto la chiesa del Sacrè-Coeur di Parigi è stata già notata in altra sede. Ulteriore aspetto condiviso dai due edifici è quello di presentare nell'abside una monumentale immagine di Cristo, pur con differenze compositive, stilistiche, tecniche e iconografiche. Qui è la regalità a essere esaltata: ai lati del Cristo, seduto in trono ma con la posizione delle gambe, lo sguardo, il gesto benedicente che sembrano indicare un movimento verso lo spettatore, si notano, infatti due angeli che offrono la corona e lo scettro. Nella chiesa parigina il Cristo ( in mosaico) riunisce invece due temi: egli è raffigurato in piedi davanti al trono, apre le braccia e lascia apparire nel suo petto il sacro cuore, ma non mancano, nell'affollata scena, le figure di Leone XIII e Giovanna d'Arco che gli offrono due attributi di regalità: il globo terrestre e la corona. Le tematiche che il clero di Cristo Re ritenne necessario rappresentare all'interno del tempio sono sostanzialmente ispirate a quelle della chiesa di Montmartre, che può quindi aver fornito qualche suggerimento in merito alle esigenze del programma da attuare, conseguentemente trasmesse agli ideatori ed esecutori del progetto: Piacentini e Funi. L'esigenza di monumentalità si adattò a quelli che allora erano i problemi e gli ideali artistici di Funi che, nello stesso anno in cui iniziò l'affresco di Cristo Re, aveva firmato - insieme a Campigli e Carrà - il Manifesto della pittura murale redatto da Sironi (La Colonna, dicembre 1933), documento in cui si affermava l'importanza di questa pratica pittorica come rappresentativa di un'arte in grado di assolvere nuove esigenze spirituali e morali e di cui veniva messa in risalto - data la destinazione per edifici pubblici - la capacità di operare "sull'immaginazione più direttamente che qualunque altra forma di pittura". L'aspetto stilistico che doveva contraddistinguere le opere murali sarebbe dovuto essere "antico e a un tempo nuovissimo", culturalmente lontano, quindi, dai revivals stilistici ottocenteschi, ancora largamente diffusi nelle decorazioni delle chiese. In tale ambito l'affresco di Funi intaccò delle "abitudini visive", suscitando critiche aspre negli ambienti ecclesiastici. In merito, ad esempio, all'eccessiva monumentalità del Cristo (Arioli G., Considerazioni dul tempio di Cristo Re a Roma, in "Arte Cristiana", 23, 1935, p. 179), alto quasi 12 metri. Quest'ultimo aspetto determinò delle sporporzioni in alcuni particolari della figura, anche se questi erano finalizzati a rendere un effetto di movimento del Cristo verso lo spettatore. Cfr. A. Neppi, Sopralluogo alla chiesa del Cristo Re, il " Il Lavoro fascista", 24.12.1933; R. Pacini, La chiesa di Cristo Re, in "Emporium", 474, 1934, p. 43; C.E. Oppo, Il tempio votivo della pace dedicato a Cristo Re, in "La Tribuna", 19 maggio 1934; V. Mazzarella, Cristo Re, in Achille Funi. Itinerari di un affrescatore, 1930-43, Roma 1988, pp. 36-38
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200249721
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1990
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • ISCRIZIONI in alto - REX SUM EGO - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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