episodi della vita di San Francesco d'Assisi

decorazione plastico-pittorica, ca 1550 - ca 1599
Zuccari Federico (maniera)
1540-1541/ 1609

La decorazione si articola in riquadri di diverse dimensioni incorniciati da stucchi raffiguranti ricchi motivi fitomorfi e cherubini

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • ATTRIBUZIONI Zuccari Federico (maniera)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ambito Tiburtino
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maria Maggiore
  • INDIRIZZO Piazza Trento, Tivoli (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La famiglia Brigante Colonna, committente della decorazione della cappella, entrò in possesso del vano in data 27 gennaio 1447, come appare negli atti del notaio tiburtino Giacomo Cinti riportati da Valle (VALLE A., Chiesa di S. Maria Maggiore, s. l. d., p. 667, n. 38). Sempre Valle attribuisce gli affreschi alla scuola degli Zuccari. La qualità non sempre alta dei riquadri tuttavia predispone ad ascrivere il complesso decorativo ad artisti locali che avevano conosciuto la maniera degli Zuccari. Il riquadro con S. Michele Arcangelo è un esempio di caduta di stile del linguaggio pittorico: la figura è grottesca, molto sproporzionata sia nella gamba che nel braccio sinistro, la resa generale non è elevata. Interessante è il riquadro, sulla stessa parete, raffigurante le esequie di S. Francesco: qui prevale il gusto descrittivo ed episodico, ogni figura partecipa al dolore in modo soggettivo, le clarisse piangono e baciano i piedi del santo, il frate armeggia con il turibolo, il nobiluomo in primo piano (sembrerebbe un ritratto, forse del committente) è compostamente inginocchiato e tocca la stimmate del costato. La presenza del paesaggio alleggerisce il tono drammatico della scena. La rappresentazione di S. Maria Maddalena a destra dell'altare denota plasticismo, tridimensionalità e volumi ben resi, soprattutto nel panneggio della veste. Nel riquadro di S. Chiara è notevole la perizia calligrafica con cui è descritto l'ostensorio e l'accuratezza con cui è stata resa la trasparenza del velo che lo copre. Interessante lo sforzo di resa prospettica, anche in così poco spazio, tramite la presenza di un tronco con ramoscello a sinistra, un altro tronco tagliato a destra e, in lontananza, la presenza di un torrione merlato. Sulla parete sinistra è affrescatala scena di S. Francesco che riceve le stimmate: qui il vero protagonista non è il santo, relegato a sinistra del dipinto, ma il paesaggio reso con gusto naturalistico che dà drammaticità alla scena, semplice ed essenziale. Nel riquadro con S. Andrea è da notare la presenza del pesce che assume un valore simbolico e costituisce allo stesso tempo un pretesto di descrittivismo naturalistico. L'affresco, inoltre, mal si adatta alla cornice mistilinea che lo circonda. La cappella ha subito un restauro sia delle parti in stucco che in quelle ad affresco, nel 1878 come attesta l'iscrizione apposta in un medaglione della volta, ribadito da quella incisa sul gradino dell'altare
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200237101A-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1990
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • ISCRIZIONI nella volta, entro un medaglione - RESTAUR. ANN. DOM. PIOR. ELEEMOSINIS. MDCCCLXXVIII - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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