Autoritratto dell'artista con coppia di personaggi (particolare con l'autoritratto)

dipinto murale, 1926 - 1926

Particolare dell'affresco precedente. Figura maschile in frac, rappresentata di spalle, con la testa di profilo e la mano destra appoggiata ad un pilastro

  • OGGETTO dipinto murale
  • ATTRIBUZIONI Csa Fabrik Marke (attribuito): attribuito
  • LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Cfr. scheda n.13 e n.24 - Nell'immagine è stato riconosciuto l'autoritratto di Guido Cadorin (cfr. cat. Cadorin 1987 e Clair 1988, pag. 108), autore del ciclo a fresco. Il pittore, discendente da una dinastia di scultori che per secoli lavorarono per la Repubblica Veneta, frequentò inizialmente lo studio di Maria Vinca (1885 - ?), artista milanese attiva a Venezia, nonché la Scuola Libera del Nudo e lo studio del pittore ferrarese Cesare Laurenti (1854 - 1936), anch'egli residente nel capoluogo veneto, ed esponente di un filone modernista, simbolista e idealizzante; ulteriori rapporti Cadorin intrattenne con l'entourage di Nino Barbantini, e con i pittori Silvio Rota e Duilio Korampay, dei quali frequentò gli studi. Esordì alla Biennale del 1909 con saggi di arte decorativa, ma come pittore si fece conoscere solo all'Internazionale di Roma del 1911. Nel 1912 Cadorin è a Milano, dove espone, insieme agli altri rifiutati di Brera, nelle sale del caffè Cova; nel 1913 partecipa all'esperimento del Secessionismo Romano, che si conclude poco dopo l'entrata dell'Italia in guerra. Successivamente inizia a dedicarsi all'affresco, come testimoniano le decorazioni della chieda di Moriandopoli a Vittorio Veneto (1920) e di Col S. Martino (1921), nonchè le pitture di Villa Papador (1922), del Vittoriale di D'Annunzio (1924/25) e della chieda di Vigo (1925). Al 1925/26 risale il suo impegno per l'Albergo degli Ambasciatori (cfr. scheda n. 1); è questo un anno assai fecondo: il pittore espone a Milano, a Palazzo della Permanente, insieme agli artisti del Novecento Italiano, poi a New York, dove la Italy - America Society ha organizzato una Exhibition of Modern Italian Art, e infine alla Biennale di Venezia. Nondimeno, sappiamo da Cadorin stesso che l'impegno per l'Ambasciatori fu sentito come prioritario: "Lunghi studi feci a Venezia e a Roma prima di attaccare le pareti" (Diario inedito, cit. in cat. Cadorin 1987, pag. 52). Tale complesso a fresco è stato assunto a "modello del passaggio e dell'interazione tra stile déco e stile Novecento" (R. Bossaglia). Negli anni successivi alla decorazione dell'Albergo Cadorin si dedica prevalentemente ad opere di cavalletto, nelle quali ottiene risultati accostabili alla pittura di Felice Carena. Nel 1939 gli è concessa un'intera sala alla Quadriennale romana; nel 1940 esegue un fregio marmoreo lungo 50 metri nel Palazzo della Previdenza sociale a Roma
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200230325
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI sul gradino - GUIDO CADORIN. PITTORE. VENEZIANO. F. ANNO 1926 - Cadorin, Guido - a rilievo - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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