rilievo - ambito laziale (inizio sec. XII)

rilievo, 1100 - 1110

Lastra con cornice a treccia rilevata; il fregio è costituito da tre girali triplicemente suddivisi all'interno, le cui terminazioni sono costituite da foglie a sette punte. L'ornato nasce da una testa animale. I girali terminano esternamente in riccioli e fogliette stilizzate

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • AMBITO CULTURALE Ambito Laziale
  • LOCALIZZAZIONE Sora (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La lastre insieme a quella inserita al lato opposto dell'altare, è databile all'inizio del sec. XII, come dimostra il confronto cin ornati iconograficamente affini della stessa epoca: ad es. nell'ambone di S. Maria in Cellis a Carsoli riappare semplificato il tema dell'intreccio ad andamento misto e quello dell'animale che "sputa" la decorazione, anche se manca la triplice suddivisione interna dei girali. La tipologia dell'ornato risale ad antichissime origini: furono comunque i romani ad ideare l'alternanza ritmica comunicato dall'influsso bizantino della tarda epoca imperiale al primo Medio Evo, in cui trovò larga risonanza anche nelle arti minori; ad es. in una croce d'oro in cui i girali presentano come qui tre dimensioni interne, anche se al posto della foglie appare un fioretto (I. Belli Barsali, Problemi alto-medievali: rapporti fra morfologia scultorea e tecnica della oreficeria, in Arte Lombarda, 1965, fig. 12). Fregi marmorei simili si ritrovano al museo di S. Ambrogio a Milano, in S. Michele a Pavia, risalenti al sec. XI e molto meno accurati nell'intaglio, mentre in una lastra del sec. XIII conservata al Museo lapidario di Modena troviamo un animale simile al nostro. La lastra di Sora ha fori profondi di trapano rotondo nel punto ove il deisegno presenta maggiori difficoltà, espediente tipico dei lapicidi romanici di tradizione bizantina (cfr. P. Verzone, La scultura decorativa del M.E. in Oriente e in Occidente dal sec. IX al XII, in Arte ravennate e bizantina, 1963, p. 384). Le due lastre dovevano far parte dell'altare primitivo di S. Domenico, non sappiamo con quale funzione; probabilmente avevano dimensioni maggiori in quanto si vede chiaramente che in alto sono state tagliate per adattarle all'attuale collocazione. Il modellato più geometrizzato e molto meno risentito di quello proprio degli esempi sopra citati ricorda alla lontana la tradizione bizantina del modello
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200216523
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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