Madonna, angeli, santi, personaggi storici
decorazione plastica,
ca 1464 - ante 1477
Duknovic Ivan Detto Giovanni Dalmata (1440 Ca./ Post 1509)
1440 ca./ post 1509
lunetta scolpita con cornice decorata con soprastante archivolto; pennacchi laterali decorati con tondi; ai lati lesene con capitelli e trabeazione con cornicione e timpano triangolare
- OGGETTO decorazione plastica
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ATTRIBUZIONI
Duknovic Ivan Detto Giovanni Dalmata (1440 Ca./ Post 1509)
- LOCALIZZAZIONE Vicovaro (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tempietto di S. Giacomo, eseguito come sacello della famiglia Orsini, ricorda nella sua struttura una tipologia nota nell'architettura rinascimentale: si possono citare gli esempi della cappella Del Balzo-Orsini, realizzata accanto al coro della chiesa di S. Caterina a Galatina, e di quella della Natività della B. Vergine vicino a S. Giovanni a Carbonara (Na) (Crielesi, 1996). L'originalità dell'opera laziale rispetto agli esempio citati risiede nel fatto che non è soltanto una costruzione a se stante: la sua copertura infatti si riferisce ad un ben più illustre monumento dell'antichità classica: il Pantheon (Tantillo, 1981). Non siamo a conoscenza della data esatta di inizio dei lavori: il primo documento che la nomina è il testamento di Giovanni Antonio Orsini di Giacomo, conte di Tagliacozzo e signore di Vicovaro, datato 1448. La prima fase dei lavori del tempietto intrapresa da Domenico da Capodistria (che compresero l'esecuzione delle mura ottagonali senza copertura e la parte inferiore del portale costituita dai rilievi, nicchie e statuette) dovette arrestarsi tra il 1460 e il 1464 a causa della morte dell'artista, come è attestato dal Trattato di architettura del Filarete scritto in quegli anni. La seconda fase ebbe inizio attorno 1464, quando furono risolti i problemi ereditari sorti alla morte del conte; Giovanni Orsini, arcivescovo di Trani, divenne signore di Vicovaro e affidò il completamento del sacello allo scultore Giovanni Dalmata che vi lavorò presumibilmente fino al 1477, anno della morte dell'arcivescovo. Molte ipotesi sono state fatte sulla formazione di Giovanni: l'artista è stato inserito nell'orbita dello scultore dalmata Giorgio da Sebenico oppure in quella romana di Paolo Romano o di Isaia da Pisa. Per Röll (1996) la formazione decisiva per l'artista deve essere avvenuta in Italia probabilmente attraverso l'influenza di Agostino di Duccio quando l'artista lavorava al tempio Malatestiano di Rimini, anche se non è certo e dimostrabile che il Dalmata avesse partecipato di persona ai lavori. L'opera in esame è di estrema importanza per l'attività dell'artista e per la scultura quattrocentesca romana: è considerata, fino ad adesso, la sua prima prova in ambito italiano. Il Dalmata si valse inoltre di una manodopera qualificata che eseguì consistenti parti del tempietto basandosi probabilmente sul suo disegno preparatorio. Gli interventi da attribuirsi sicuramente all'artista sono i rilievi del timpano, della lunetta, dell'archivolto, alcune statue delle pseudonicchie e altre del coronamento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200203509A-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
- ENTE SCHEDATORE Regione Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 1981
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0