stalli del coro di Del Tasso Domenico di Zanobio, Giuliano di Giovanni detto Pollastra (sec. XVI)

stalli del coro ca 1510 - ca 1515

Questo prezioso coro ligneo consta di trentotto stalli superiori e ventotto in inferiori posti sui due lati del lungo corpo posteriore all'altare maggiore. Una fascia superiore continua collega tutti gli stalli come una cornice che sporge rispetto alle simboliche spalliere. ognuno di questi stalli è diviso dall'altro superiormente da mensole lignee intagliate idealmente collegate con le lesene scanalate sottostanti, mentre i braccioli in legno massiccio, disegnando un motivo circolare aperto verso l'alto, proseguono fine a terra con pilastrini addossati dai profili sagomati. Gli stalli più bassi a loro volta sono decorati con spalliere completamente intarsiate e tutte diverse una dall'altra, in cui tema ricorrente è evidentemente quello della Madonna della Quercia. Gli stalli posti più in basso , pur avendo le stesse prerogative degli altri, hanno le spalliere più basse, risolte con semplici riquadri incorniciati, ed il tipo di legname usato è più chiari, quasi a creare uno stacco

  • OGGETTO stalli del coro
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ intarsio
  • ATTRIBUZIONI Del Tasso Domenico Di Zanobio (notizie 1514): esecutore
    Giuliano Di Giovanni Detto Pollastra (notizie Sec. Xvi)
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maria della Quercia
  • INDIRIZZO P.zza S. Maria della Quercia, Viterbo (VT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo le notizie riportate dal Pinzi, nell'anno 1510 s'intraprende la costruzione del coro, intarsiato da due maestri fiorentini, il cui cottimo è affidato da Giovan Lorenzo de Camerino da Viterbo e maestro Cristoforo da Caverno. Notizia questa sostenuta dalla "Cronica Conventus Sanctae Mariae de Quercu", nel quale è riportato che il 7 gennaio 1514 si ha il cottimo degli stalli e degli intarsi del coro allogato a Domenico di Zanobio del Tasso ed a Giuliani di Giovanni detti il Pollastra, fiorentini, con l'obbligo di costruire gli stalli a somiglianza di quelli dell'Abbazia di Monte Oliveto fuori Siena e di porre sui pilastri i capitelli della forma di quelli del coro di San Salvatore, fuori la porta a San Miniato a Firenze. Il disguido evidente è nella datazione, che si sposta di ben quattro anni. Si ritiene tuttavia di dover tenere conto di quella riportata dalla "Cronache" perchè più attendibile, mentre quella riportata dal Pinzi è probabilmente quella riferita all'iniziale progetti di costruzione. Riguardo poi alle trasformazioni subite, che lo hanno riportato al primitivo stato, il Mortier da la descrizione della sistemazione intermedia: "il coro, che sta dietro al tabernacolo, non aveva in origina la forma di abside. Assai vasto per contenere i religiosi aveva l'altare maggiore nel fondo e v'era tutto lo spazio necessario per tutte le cerimonie del culto e armonizzava perfettamente con tutto l'insieme del monumento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200145212-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1977
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • ISCRIZIONI alto - IN ECCLESIIS BENEDICITE DEO DE FONTIBUS ISTRAEL IBI BENIAMIN ADULESCENTULUS IN MENTI EXCESSU PSAL LXVII - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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