San Pietro
scomparto di polittico,
ca 1459 - ca 1459
Zavattari (notizie Sec. Xv)
notizie sec. XV
Personaggi: San Pietro. Attributi: (San Pietro) chiavi; libro
- OGGETTO scomparto di polittico
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MISURE
Altezza: 119.5 UNR
Larghezza: 30 UNR
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ATTRIBUZIONI
Zavattari (notizie Sec. Xv)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo
- LOCALIZZAZIONE Castel Sant'Angelo
- INDIRIZZO Lungotevere Castello 50, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE E' ignota la destinazione originaria del polittico già attribuito a Jacopino Cietario dal Van Marle (1927). Fu Longhi (1928) a definirlo di maniera milanese datandolo intorno al 1450 ed avanzando l'attribuzione agli Zavattari confermata da Baroni e Samek (1952) e nuovamente da Longhi nel 1957, il quale in tale occasione accostò il polittico agli affreschi con storie di Teodolinda (Duomo di Monza, firmati e datati dagli Zavattari nel 1444). Grazie alla Algeri (1981) è noto che in un documento datato 17 dicembre 1459 Ambrogio Zavattari fu pagato per un polittico destinato all'altare maggiore del Duomo di Milano. Pertanto la presenza nel polittico di Castel Sant'Angelo di due santi (Vittore e Ambrogio) venerati a Milano farebbe pensare all'opera destinata al Duomo milanese. Ma secondo la Ghidoli (1984) si potrebbe ipotizzare la destinazione per la chiesa milanese di S. Pietro in Gessate, affidata nel 1433 ai monaci di S. Giustina da Padova poi detti Cassinesi. Al suddetto ambito monastico farebbero infatti riferimento i santi Antonio Abate (padre del monachesimo occidentale) e Benedetto. Per la stessa Ghidoli il polittico è attribuile a più personalità della prima e della seconda generazione della famiglia Zavattari (Cristoforo, Francesco, Ambrogio, Giovanni, Gregorio) e la datazione dovrebbe essere spostata ad oltre la metà del 1400. Per quanto riguarda la storia conservativa, l'opera giunse a Castel Sant'Angelo privata dei due scomparti con S. Antonio Abate e S. Benedetto (che nel 1957 Longhi individuava in una collezione privata) acquistati successivamente. In precedenza, già smembrato, fece parte della collezione del Conte di Torino Vittorio Emanuele Savoia-Aosta (Longhi, 1957) come è confermato dal bollino presente sulla cornice ottocentesca in stile gotico con la quale pervenne nella collezione Contini e poi nel Museo di Castel Sant'Angelo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200111749A-2
- NUMERO D'INVENTARIO CSA III/197
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 1974
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1997
2001
2010
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0