Madonna Immacolata e Santi

pala d'altare, 1550-1599

In alto la Vergine orante tra due angeli. Alle estermità: a sinistra disco solare, a destra falce di luna. In basso da sinistra a destra S. Andrea con libro e pesce; Santa Chiara con manto e tonaca scuri, un calice ricoperto poggiante su di un tomo; inginocchiato al centro il giovane figlio del marchese di Riano, Andrea Cesi, che indossa un corpetto ricamato, pantaloncini a sbuffo, camicetta di pizzo con largo collo. Sulla sua destra S. Francesco con lungo saio; dietro S. Caterina d'Alessandria reca nella mano sinistra la palma del martirio, nella destra un libro aperto appoggiato sul petto, capelli biondi trattenuti da una fila di perle, corpetto azzurro, veste marrone chiaro, mantello rosso bordato in nero. Dietro i personaggi si stagliano in lontananza in un paesaggio con inseriti gli attributi mariani

  • OGGETTO pala d'altare
  • ATTRIBUZIONI Pulzone Scipione (1550 Ca./ 1598)
  • LOCALIZZAZIONE Ronciglione (VT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Scriveva il Baglione (1642) che il Pulzone fece per il marchese di Riano un quadro d'altare per la chiesa dei Cappuccini con l'Immacolata tra due angeli ed in basso S. Andrea Ap., S. Caterina della ruota, S. Chiara e S. Francesco, con al centro il figlio del marchese ritratto al naturale, "opera in vero bella con buonissima maniera condotta". Il Baglione crede che il quadro si trovasse a quel tempo presso il duca di Ceri, nipote del marchese di Riano. La tela, che fu considerata persa dalla letteratura posteriore al Baglione, è stata invece ritrovata da Zeri (1957) a Ronciglione e studiata. Il dipinto è firmato e datato 1550 ma questa data deve essere stata alterata dalle pesanti ridipinture che deturpano la parte inferiore del quadro e va spostata al 1581. Il Pulzone ha elaborato per questa pala un repertorio di nozioni che comprende i fatti salienti di circa mezzo secolo di pittura romana: il S. Andrea allude a G. Muziano, S. Francesco alla cerchia dei primi raffaelleschi, con un'espressione del volto alla Marco Pino. L'Immacolata, attraverso il Venusti, si rifà al modulo della michelangiolesca Lia del sepolcro di Giulio II. Il ritratto del giovane conferma, infine, gli appigli fiamminghi. Da un substrato così vario il pittore ha tratto un accordo di indubbia felicità, l'intento è quello di raggiungere per la pittura a soggetto sacro una definizione finale, basata sul riassunto delle tante espressioni di carattere devozionale che Roma aveva visto nascere tra il 1530 ed il 1580. Della figura dell'Immacolata esiste una relpica autografa nell'oratorio dell'Annunziata di Gaeta (1582 ca.)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200097547
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1977
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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