Cristo e i Santi Giovanni Evangelista, Leonardo, Benedetto (?) e Giovanni Battista

dipinto, 1472 - 1472

Su un podio circolare al centro della composizione sta eretta la figura di Cristo con la sinistra sollevata e la destra alzata in atto di benedire. Ha una veste damascata quasi interamente coperta da un panneggiamento ricchissimo bianco. Intorno sono disposti i Santi a corona. Le teste di tutte le figure sono cinte di aureole. In basso a destra è ritratto il busto di un vecchio calvo con veste damascata ornata di grosse perle nello scollo, con le mani giunte. E' la figura del committente

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Liberale Da Verona (attribuito)
    Gerolamo Da Cremona (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Viterbo (VT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu donato alla chiesa dal cardinale Gallo (sec. XVIII). E' piuttosto complessa la questione a proposito dell'esatta attribuzione dell'opera. Riferita dalle fonti locali al Durer (Direzione per osservare i monumenti più cospicui della città di Viterbo, Viterbo 1824) o al Mantegna dal Pinzi (C. Pinzi, I principali monumenti di Viterbo, Viterbo 1911, p. 101) che ricorda anche i pareri di altri studiosi che lo riferirono al Botticelli o ad Antoniazzo Romano, la tavola fu esaminata dal Berenson, in un primo studio del 1902, che la ritenne lavoro di uno squarcionesco per i particolari decorativi, per la postura della gamba, per i ricami delle stoffe; suggerì più precisamente il nome di Girolamo da Cremona e, riscontrando come nel 1472 fosse vescovo di Viterbo il lombardo Settala, ipotizzò che fu tale vescovo a commissionare l'opera all'artista. Il Berenson ribadì l'attribuzione in altre due pubblicazioni del 1907. Dello stesso parere restano gli studiosi che se ne occuparono in seguito: A. Venturi (1914), Pacchioni (1915), ancora Berenson (1918), Toesca (1918), Salmi (1923), Fogolari (1924). Il Mattioni (1928) ripropone, invece, e con scarso fondamento, un'attribuzione a Cristoforo Sacco, già avanzata nel 1912 da un altro studioso locale, l'Egidi. Si ripete di nuovo il riferimento a Girolamo da Cremona in un ulteriore lavoro del Berenson (1932), seguito, a molti anni di distanza, dallo Zeri (1950) che su questo dipinto si basa per proporre una nuova attribuzione di opere dell'artista. Il Colletti (1953) insiste ancora su Girolamo da Cremona, osservando ricordi di Filippo Lippi, Botticelli e Francesco di Giorgio. Accettano ancora come attendibile l'attribuzione il Faldi (1954) e il Salmi (1955) fino a quando il Longhi (1955), studiando i rapporti esistenti tra Girolamo e Liberale, sposta l'attribuzione a quest'ultimo. Il nome di Liberale da Verona è ripreso dal Laclotte (1956), Del Bravo (ripetutamente nel 1960, nel 1962 accennando ad una dipendenza da Neroccio, e 1967), Volpe (1961), Paccagnini (1961). Uno studio dello Zeri del 1964 ripropone la vecchia attribuzione a Girolamo da Cremona. Si consulti: W. Bode, Register zu Burkhardts Cicerone, Lipzig 1901, p. 132; B. Berenson, An altar-piece by Girolamo da Cremona, in "The Study and Criticism of Italian Art", II series, London 1902, p. 97; B. Berenson, The north italian painters of the renaissance, New York- London 1907; B. Berenson, Una nuova pittura di Girolamo da Cremona, in "Rassegna d'Arte", 1907, p. 33; P. Egidi, Viterbo, Napoli 1912, pp. 50- 51; G. Pacchioni, Belbello da Pavia e Girolamo da Cremona miniatori, in "L'Arte", 1915, p. 381; A. Scriattoli, Viterbo nei suoi monumenti, Roma 1915-20, p. 139; B. Berenson, Essay in the study of sienese painting, New York 1918, pp. 52- 53; P. Toesca, Un dipinto di Girolamo da Cremona, in "Rassegna d'Arte", 1918, p. 142; M. Salmi, Gerolamo da Cremona miniatore e pittore, in "Bollettino d'Arte", 1922- 23, pp. 461- 62, 478 n. 27; G. Fogolari, Le più antiche pitture di Gerolamo da Cremona, in "Dedalo", 1924- 25, p. 67; M. Mattioni, Viterbo, l'antica città dei papi, Milano 1928, p. 9; B. Berenson, Italian pictures of the renaissance, Oxford 1932; Mostra La Pittura viterbese dal XIV al XVI secolo, Viterbo, Museo Civico 1954, pp. 38- 39, n. 30; C. Strinati scheda in Il Quattrocento a Viterbo, cat. mostra, Viterbo 1983, pp. 202 ss.; F. Zeri, Una pala d'altare di Girolamo da Cremona, in "Bollettino d'Arte", 1950, pp. 36- 39, F. Zeri, The beginnings of Liberale da Verona, in "The Bulinghton Magazine", 1951, p. 117; L. Colletti, Pittura veneta del Quattrocento, Novara 1953, p. LII; I. Faldi, La pittura viterbese dal XIV al XVI secolo, Viterbo 1954, pp. 38- 39; M. Salmi, La miniatura italiana, Milano 1955, p. 43; R. Longhi, Un apice espressionistico di Liberale da Verona, in "Paragone", 1955, pp. 5- 7; M. Laclotte, Da Giotto a Bellini, Parigi 1956, p. 60; C. Del Bravo, Liberale a Siena, in "Paragone", 1960, p. 26; G. Paccagnini, nel catalogo della mostra di Andrea Mantegna, Mantova 1961, Venezia 1961, p. 121; C. Volpe, L'apice espressionistico ferrarese di Liberale da Verona, in "Arte antica e moderna", 1961, p. 157; C. Del Bravo, recensione a G. Coor, Neroccio di Landi in "Paragone", 1962, p. 72; F. Zeri, Appunti sul Lindenan- Museum di Albenburg, in "Bollettino d'Arte", 1964, pp. 47- 48; A. Chastel, La grande officina- Arte Italiana 1460- 1500; M. Signorelli, Guida di Viterbo, Viterbo 1965, p. 92; C. Del Bravo, Liberale da Verona, Firenze 1967, pp. CVI- CVIII
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200070592
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1971
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • ISCRIZIONI sul podio - SALVATOR MUNDI SALVA NOS / MCCCCLXXII - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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