Battesimo di Cristo
stendardo
1470-1475
tela dipinta
- OGGETTO stendardo
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a tempera
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MISURE
Altezza: 160 cm
Larghezza: 113 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Urbinate
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Maestro Dello Stendardo Di San Giovanni
Giovanni Santi
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale delle Marche
- LOCALIZZAZIONE Palazzo ducale
- INDIRIZZO Piazza Rinascimento, 13, Urbino (PU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Sul recto dello stendardo è illustrato il Battesimo di Cristo. Giovanni versa l’acqua sul capo di Geù, mentre lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, viene inviato da Dio Padre, attorniato da una cerchia angelica. Sulla sinistra del dipinto, davanti ad uno sfondo roccioso, si trova un gruppo di tre donne che reggono le vesti di Cristo, abbigliate ed acconciate secondo la moda del XV secolo; una di esse, in primo piano, ha un aspetto angelicato. Sul verso è rappresentata la predica del Battista. Il santo è in piedi su di una roccia al centro della composizione; di fronte a lui si trova un agnello, la cui presenza è coerente con l’iscrizione sul cartiglio che egli mostra nella mano sinistra (“Ecce Agnus Dei”). Ai lati della scena, tra gli astanti, spiccano alcuni personaggi abbigliati secondo la moda del tempo; alcuni di essi indossano vestiti di fattura orientale. Lo sfondo del dipinto è un paesaggio collinare con alberi e rocce. Come emerge dalla ricevuta pubblicata da Fucili (2011), lo stendardo fu una delle opere concesse in deposito l'11 luglio 1867 dalla Confraternita di San Giovanni Battista di Urbino al Museo dell'Istituto di Belle Arti delle Marche. La sua attribuzione è fondata esclusivamente su basi stilistiche. Nel 1794 Ansaldi, descrivendo le opere d’arte conservate presso l’oratorio di San Giovanni Battista ad Urbino, lo inserisce tra le generiche pitture di Giovanni Santi. Nella sua prima guida al Palazzo Ducale di Urbino, senza data, forse del 1919, Serra lo attribuisce ad Antonio Alberti da Ferrara, confondendolo erroneamente con lo stendardo eseguito dall’artista per l’oratorio di Sant’Antonio Abate; nell’edizione della guida aggiornata al 1930 lo stesso autore lo classifica invece genericamente come “Arte dell’Italia superiore, seconda metà del sec. XV”. L’attribuzione a Giovanni Santi, ma nella sua fase giovanile, viene considerata nuovamente da De Marchi nel 2004. Nel 2005, conclusosi il restauro dello stendardo, Vastano lo riferisce ad un anonimo “Maestro dello stendardo di San Giovanni”. Nel 2005 Cleri avanza l’ipotesi della paternità di Fra Carnevale (al secolo Bartolomeo Corradini), attribuzione ripresa da Negroni nel 2009 e dalla Bartolucci nel 2012. Nel 2018 Alessandro Marchi attribuisce nuovamente lo stendardo a Giovanni Santi. L'autore, non potendo fare affidamento su nuove fonti documentarie, continua a basarsi su considerazioni stilistiche, confrontando lo stendardo con altre opere sicuramente autografe del Santi. Viene inoltre sottolineata la probabile influenza sul dipinto dell'iconografia del Battesimo del Verrocchio, nonché della pittura di Piero della Francesca, artista con cui il Santi ebbe rapporti noti
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100368938
- NUMERO D'INVENTARIO 1990 D 348
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale delle Marche
- ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale delle Marche
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2024
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0