Storie della Passione di Cristo. episodi della Passione di Cristo

dipinto, post 1496 - ante 1503

Ciclo di pitture murali disposte sulle pareti della sala lungo una fascia perimetrale al soffitto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA muratura/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Aspertini Amico (1475 Ca./ 1552)
  • LOCALIZZAZIONE Rocca Demaniale di Gradara
  • INDIRIZZO Piazza Alberta Porta Natale, 1, Gradara (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ciclo di pitture murali raffigurante Storie della Passione di Cristo rappresenta una delle opere più antiche e note che ancora oggi si conservano nella Rocca di Gradara. Il ciclo si dispiega in un fregio che corre, senza soluzione di continuità, lungo il perimetro superiore delle pareti nella Sala della Passione, ambiente che prende il nome proprio dal soggetto ivi raffigurato. Dalla parete adiacente al Loggiato, in senso orario, si riconoscono i seguenti episodi: Lavanda dei piedi, Cattura di Cristo, Pietro taglia l’orecchio al servo del Sommo Sacerdote, Cristo davanti Pilato, Flagellazione, Salita al Calvario, Crocifissione, Compianto-Cristo in Pietà, Deposizione di Cristo nel Sepolcro, Resurrezione, Discesa al Limbo. La critica specialistica ha universalmente riconosciuto il pittore bolognese Amico Aspertini (1474-1552) quale autore dell’intero ciclo eseguito con ogni probabilità nel corso dell’ultimo decennio del XV secolo. Permangono dubbi sull’intervento di eventuali collaboratori dell’artista. L’attività dell’Aspertini ricade cronologicamente in uno dei momenti cruciali nella storia dinastica della Rocca, sotto la signoria di Giovanni Sforza, signore di Pesaro dal 1483 al 1512, che nel 1493 sposò Lucrezia Borgia figlia di papa Alessandro VI, Rodrigo Borgia. Numerosi documenti attestano come proprio in quegli anni, 1493-1494, la Rocca fu interessata da una serie di interventi di restauro eseguiti in vista dell’arrivo della giovane Signora (Valazzi, 2009). Tra gli artisti chiamati da Giovanni Sforza sono documentati non pochi emiliani-romagnoli, tra questi anche Amico Aspertini. Emerge, da un’attenta analisi dell’opera, la conoscenza dell’antichità classica di cui l’Aspertini fece esperienza in occasione di un soggiorno romano nel 1496, così come si riscontrano affinità con i disegni del “Wolfegg Codex”, eseguito non oltre il 1503. Le summenzionate date rappresenterebbero, dunque, gli estremi postquem e antequem per una più circoscritta datazione del ciclo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100368675-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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