crocifissione di Cristo con la Madonna, Santa Maria Maddalena, San Giovanni Evangelista e Santa Maria di Cleofa
dipinto,
1501 - 1525
Marchisiano Di Giorgio (attribuito)
notizie 1498-1551
dipinto su tela probabilmente avente, in origine, la duplice funzione di pala d'altare e stendardo processionale
- OGGETTO dipinto
-
MISURE
Altezza: 216 cm
Larghezza: 144,3 cm
-
ATTRIBUZIONI
Marchisiano Di Giorgio (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Fermo (FM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto sembra attribuibile a Marchisiano di Giorgio da Tolentino in base al confronto con altre analoghe crocifissioni già ricondotte al pittore: quella presente sullo stendardo ligneo della chiesa parrocchiale di Croce di Caldarola; la tela con Crocifissione e San Francesco nella chiesa del convento di Colfano, a Camporotondo di Fiastrone (fra Cessapalombo e Caldarola); quella sull'anta di tabernacolo a Colmurano. I confronti, inoltre, sono stringenti con tutta la produzione di Marchisiano, in particolare con quella compresa tra l'esecuzione degli affreschi della cappella di san Catervo di Tolentino (1502-1509 ca.) e gli anni '20 del Cinquecento. Questo periodo è consecutivo alla conoscenza, da parte del pittore, dei modi di Pinturicchio, evidenti infatti nella tela. Infine, ad avvalorare l'attribuzione al pittore, vi è la veduta di città presente sulla tela in esame, nella quale si può riconoscere senza troppe difficoltà la stessa Tolentino, qui simboleggiante Gerusalemme; il medesimo espediente è utilizzato dal pittore nella stessa scena affrescata nel ciclo di San Catervo. In origine il dipinto era dotato di una cornice a gola applicata direttamente sul recto della tela e inchiodata al telaio, riconosciuta in quella riutilizzata in seguito nel dipinto avente come numero di inventario interno del monastero QD 004 e con NCTN 00264679 (NCTN della cornice stessa è 00264680). Questa caratteristica, unitamente al tipo di supporto e alla preparazione utilizzati, nonché alla caratteristica tecnica della traversa centrale della struttura di sostegno originale, sporgente rispetto al resto del manufatto, lasciano ipotizzare che in origine il dipinto fosse utilizzato come stendardo processionale. Dei riscontri si possono trovare in particolare negli stendardi processionali di area umbra. Date le dimensioni, inoltre, è possibile che normalmente l'opera fungesse da pala d'altare. Questa funzione è certa per il XVII secolo e la prima metà del XVIII, quando gli inventari del monastero (in particolare quello del 1728) testimoniano l'opera posta su un altare laterale della "chiesa interna" del monastero
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100264691
- NUMERO D'INVENTARIO QD 024
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI sul titulus della croce - I.N.R.I - capitale romana - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0