San Pietro liberato dal carcere da un angelo
dipinto
1611 - 1620
tela dipinta
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Guerrieri Giovanni Francesco Detto Fossombrone (1589/ 1655)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria nazionale delle Marche
- LOCALIZZAZIONE Palazzo ducale
- INDIRIZZO Piazza Rinascimento, 13, Urbino (PU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto rappresenta l’evento miracoloso della liberazione di San Pietro in carcere. Il sonno dell’apostolo è interrotto dall’arrivo di un angelo, che lo libera dai suoi ceppi e gli indica una via di fuga. Mentre Pietro sta per sollevarsi dal suo giaciglio (una semplice stuoia a terra), i due soldati di guardia sembrano ignari di quanto stia accadendo. In particolare ne vediamo uno, che riposa a occhi chiusi vicino al santo, con il gomito destro sullo scudo e la mano corrispondente appoggiata alla guancia. Il soldato impugna con la mano sinistra una picca, la cui punta è parzialmente nascosta dalla veste svolazzante dell’angelo; il dinamismo di quest’ultimo contrasta con la staticità del soldato a terra. Il dipinto venne importato in Italia nel 1974, come dimostrano i timbri apposti sul retro del telaio, entrando successivamente a far parte della collezione Volponi. Nel 1991, in occasione del suo ingresso nella Galleria Nazionale delle Marche (prima donazione Volponi, eseguita da Paolo Volponi in memoria del figlio Roberto), il dipinto è stato studiato con cura dalla Valazzi. Ad oggi ne risulta ignota la provenienza originaria, ma sappiamo che intorno alla metà del Novecento passò dalla raccolta dello Stedelijk Museum “Hetprisenhof” alla collezione Beszanger di Ginevra. In questo periodo il dipinto risultava attribuito a Caravaggio, come conferma il catalogo della collezione redatto da Louis Réau nel 1950; a Ginevra il dipinto rimase almeno fino al 1972. Tenendo conto della luce e delle citazioni caravaggesche si tende oggi a datare l’opera nel secondo decennio del Seicento, poco dopo la Maddalena di Fossombrone (eseguita dal Guerrieri nel 1611, al ritorno del suo primo soggiorno romano). Si ritiene interessante considerare anche il punto di vista dell’Emiliani (1997), che ha ritenuto opportuno attribuire l’opera alla produzione più tarda dell’artista, intravedendo uno stretto collegamento stilistico e temporale con il “Martirio dei Santi Simone e Giuda”, della Chiesa di Santa Maria del Soccorso a Mondolfo (PU), datato 1649
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100264098
- NUMERO D'INVENTARIO 1990 D 111
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale delle Marche
- ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale delle Marche
- DATA DI COMPILAZIONE 2011
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2024
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0