figura femminile seduta
dipinto,
ca 1867 - ca 1875
D'ancona Vito (cerchia)
1825/ 1884
Figure: figura femminile seduta. Abbigliamento: contemporaneo: nastro che lega i capelli. Mobilia: panca. Oggetti: tavolozza; pennello
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 32.5
Larghezza: 23
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ATTRIBUZIONI
D'ancona Vito (cerchia)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
D'ancona Vito/ Ambito
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Mazzolari Mosca
- INDIRIZZO via Rossini, 37, Pesaro (PU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La scheda dei Musei Civici a cura di Cinelli e Vossilla attribuisce il dipinto, inedito, ad ambito di Vito d'Ancona, collocandolo in un periodo compreso tra il 1870 e il 1880. II dipinto è completamente svincolato dal disegno, costruito per giustapposizione di macchie cromatiche rese a tocchi veloci, fluidi e spessi, potendosi altresì ascrivere, in tal senso, alla fase più avanzata della produzione del D'Ancona, risalente al soggiorno parigino tra il 1865 e il 1875, quando il pittore si dedicò a scene d'interni eseguite con delicata attenzione per gli effetti luminosi ("Al pianoforte", 1873, Montecatini, collezione privata; "La finestra sul pomaio, 1873", Firenze, collezione privata). Volendo sostenere l'attribuzione Galluppi, si deve ipotizzare l'ssegnazione del dipinto a tale periodo, risultando esso assimilabile alla "Signora con ombrellino" della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma (nonostante la paternità D'Ancona sia stata messa in discussione) o alla "Donna seduta che legge un libro", oggi a The Israel Museum, Jerusalem, per l'atmosfera assorta e concentrata e per il carattere compendiario della rappresentazione. D'Ancona fu uno dei promotori della nuova sintassi visiva della "macchia" cui approdò dopo gli esordi di pittura di gusto accademico e classicista. Così a Venezia, dove si recò con Federigo Zandomenighi nel 1856, contribuì a quella accelerazione verso il nuovo corso della pittura naturalista , nonostante ancora nel 1864 vi eseguisse un luminoso "Esilio di Giano della Bella" (Venezia, Palazzo Treves) per i baroni Treves, opera rispondente al più schietto gusto romantico della pittura di storia, dalla composizione teatralizzante ed enfatica. Intorno al 1862 lo sappiamo frequentatore della cerchia macchiaiola e del Caffè Michelangelo a Firenze, con cui, d'altra parte, la città lagunare, dopo l'annessione al Regno d'Italia (1866), intensificò i rapporti artistici, proprio quando il Caffè Michelangelo chiudeva i battenti, decretando la dispersione del gruppo macchiaiolo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100206155
- NUMERO D'INVENTARIO inv. n. G.24
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
- ENTE SCHEDATORE Regione Marche
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2003
2006
- ISCRIZIONI verso, su carta incollata alla tavola in basso - Per il gallerista Fa-/ sone è attribuibile a/ vale 4 milioni/ Vito d'Ancona - Galluppi Enrico - corsivo - a penna -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0