stalli del coro, insieme - bottega Italia centrale (metà sec. XVI)

stalli del coro,

Il dossale è costituito da n. 35 stalli di cui 13 nella parete destra, 11 al centro, 12 nella parete sinistra, divisi tra di loro da un profilo verticale sagomato e da un elemento trasversale terminante con un motivo trilobato. In ogni parete laterale uno degli scanni costituisce una finta porta comunicante con locali attigui al coro. Una cornice modanata corre lungo il perimetro superiore insieme ad una fascia intarsiata con un motivo geometrico intrecciato. Ogni stallo presenta due riquadri delimitati da cornici modanate con motivi intarsiati alternati e ripetitivi quali il nastro ritorto, botticelle orizzontali, croce ricavata dall'insieme di 5 rombi che ritroviamo anche nella parte anteriore del piano di seduta e in altre parti del coro. Vi è poi una parte inferiore più bassa con una pedana - inginocchiatoio rivolta verso gli scanni e piani di seduta con elementi divisori analoghi al dossale. L'arredo è completato da una pedana di epoca recente

  • OGGETTO stalli del coro
  • MATERIA E TECNICA legno di noce/ intarsio/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italia Centrale
  • LOCALIZZAZIONE Città di Castello (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il coro claustrale è situato ad Est della parete che nel corso dei lavori di ristrutturazione cinquecenteschi, dal 1526 al sesto decennio del secolo, divise la lunga navata della chiesa romanica presistente destinando la parte ad Ovest alla nuova chiesa, con un'unica apertura comunicante con il coro, chiusa da una spessa griglia di ferro che permette alle suore di prendere parte alla Messa e di ricevere i sacramenti. La porzione dell'antica chiesa, adibita a coro, ha conservato la volta cinquecentesca in legno e canne ed i relativi capitelli. La realizzazione del coro ligneo è da far risalire alla seconda fase dei lavori di ristrutturazione, tra il quarto e il sesto decennio del sec. XVI, quando anche l'architettura civile di Città di Castello riceve un nuovo impulso, con la costruzione dei palazzi patrizi dei Bufalini e dei Vitelli per i quali si fanno i nome di Antonio da Sangallo il Giovane e il Vasari. Quest'ultimo lo troviamo documentato per la Cappella Vitelli nella chiesa di San Francesco dove la decorazione dei pancali lignei (1557-1567) è del tutto simile a quella degli stalli del coro del monastero di S. Chiara delle Murate. Inoltre è stato verificato, in corso di restauri, che la stessa tecnica costruttiva dei pancali lignei della cappella Vitelli è stata usata anche nel coro della Cattedrale di Città di Castello fatto costruire dai canonici con il contributo della famiglia Vitelli tra il 1533 e il 1540. Per l'identico impianto compositivo e distributivo degli elementi si pensa che le due opere siano state intagliate ed intarsiate dalla stessa bottega di artigiani forse quella degli Alberti da San Sepolcro la cui affermata operosità abbraccia l'intero arco del secolo. Anche il coro delle Murate potrebbe rientrare in quest'ambito anche se è improntato ad una severità e semplicità di forme e decorazioni segno sicuramente della necessità di una maggiore austerità che risponde alla severa moralizzazione della vita conventuale delle monache di Santa Chiara con l'istituzione della rigida clausura
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000146406
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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