putti alati fra tralci e grappoli d'uva

dipinto, 1690-1710

Su fondo scuro, un putto seduto su un tavolo in atto di spremere un grappolo d'uva nera che tiene nella sua mano destra. Sulle sue gambe piegate, un piatto che raccoglie il succo d'uva. Nella sua mano sinistra e accanto al putto, altri grappoli d'uva nera con foglie. Sul tavolo è presente una mela

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Matteucci Giuseppe (attribuito): pittore
    Angelucci, Luca Antonio (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Bufalini
  • LOCALIZZAZIONE Castello Bufalini
  • INDIRIZZO Largo Crociani, 3 - 06016 San Giustino (PG), San Giustino (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fa parte di una serie di sei quadri con il soggetto di un putto collocati nella stessa Stanza del cardinale e presumibilmente dello stesso autore. L'elenco della Soprintendenza dell'Umbria ritiene il dipinto di "scuola romana fine sec. XVII" (1992). L'attribuzione alla scuola romana viene fatta alla luce di quanto affermano Falcidia G., Sapori G. (1987), avvalorata, tuttavia, dallo studio della Rossi G. (2011) nel pannello didattico della Camera del Cardinale, dove evidenzia "la scoperta degli artisti di Città di Castello". Questo dipinto fa parte della serie mezzana della sopracitata camera, raffigurante "Putti" con vari attributi, presenta una delle notevoli cornici di gusto tardo barocco, disegnate dell'architetto pittore G. Ventura Borghesi (1640-1708), alle quali appartengono anche la serie ovale del Vecchio Testamento e altre, intagliate dal Maestro Marcello, probabilmente da Agostino Restini e dorate dal Viviani Bartolomeo. Questi artisti, provenienti da Città di Castello, dimostrano come la manifattura locale dell'Alta Valle del Tevere nel sec. XVIII, abbia raggiunto livelli di alta qualità nell'arte dell'intaglio. Falcidia G., Sapori G. (1987), attribuiscono la serie dei paesaggi, alla scuola romana della fine del sec. XVII-inizio del XVIII. Rossi G. (2011) nel pannello didattico della Camera del Cardinale, conferma la datazione dei dipinti che si ispirano alla maniera del paesaggista romano, Gaspard Dughet (1615-1675) che aveva portato all'estrema potenzialità, il paesaggio classicista della prima metà del Seicento. Genere, quello del paesaggio, molto apprezzato e richiesto e che si era affermato accanto alle tradizionali iconografie sacre proprio in quegli anni. I dipinti sono stati eseguiti in gran parte da due inediti pittori di Città di Castello, Giuseppe Matteucci e Luc' Antonio Angelucci (1683-1733) sotto la direzione dell'architetto pittore G. Ventura Borghesi (1640-1708). Questi artisti hanno frequenti contatti con l'ambiente artistico romano, in particolare l'Angelucci ha abitato a Roma nelle case della famiglia Bufalini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000062040
  • NUMERO D'INVENTARIO 18
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello Bufalini - San Giustino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1992
  • DATA DI AGGIORNAMENTO Tassini,
    2015
  • ISCRIZIONI a tergo, in basso, della cornice - 3 - a matita -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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