L'opera è costituita da tre parti: quella centrale è un bancone a dieci ante, in ognuna delle quali sono scolpite quattro formelle quadrate con motivi geometrci e floreali stilizzati ad intarsio. Sopra il piano d'appoggio dell'armadio si innalza il fronte del bancone costituito da una base continua con fregio ad intarsio sormontato da paraste lisce percorsi da motivi a girali. Questi intervallano uno specchio quadrato non intarsiato e 12 specchi rettengolari con decorazioni a grottesche, uno stemma inquadrato con lune e scacchi sormontato da una tiara vescovile ed altri di famiglie gentilizie locali. Sopra i capitelli delle paraste corrono due cornici aggettanti con al centro una facia con iscrizione. Le altre due parti, laterali al bancone, sono uguali per dimensione e struttura. La faccia è divisa in 10 formelle quadrate dove sono ripetuti ad intarsio i motivi dell'armadio; il pinop di seduta, ribaltabile, è fissato mediante cerniera metallica alla parte posteriore del corpo dalla quale si innalza la spalliera divisa in tre specchi rettangolari, culminante con uan fascia ad intarsio che continua sulla base del fronte del bancone
- OGGETTO armadio
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ATTRIBUZIONI
Antonio Bencivenne Da Mercatale (notizie 1519)
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Vitelli alla Cannoniera
- INDIRIZZO Città di Castello, 06012 ( PG), Città di Castello (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'autore dell'opera in oggetto, è nominato, come afferma il Benezit( 1924, p. 498), per al prima volta negli anni 1476-78 come esecutore degli stalli di S. Domenico a Perugia. Il Cantelli( 1973, p. 9) afferma che le ultime notizie che riguardano la sua attività sono del 1530. Nel 1501 data e firma le imposte lignee della porta del Colleggio del Cambio per la cui cappella nel 1509 eseguì i sedili intarsiati. Nel 1519 lavora alla porta della chiesa di San Francesco a Montone insieme al figlio sebastiano intaglia il corpo del Duomo di Todi. Il Corbucci ( 1931, p. 33) asserisce che il Bencivenne era solito eseguire i suoi lavori a tarsia su disegno di Pietro Perugino ed anche su quelli di Raffaello. L'opera in oggetto fu commissionata all'artista nel 1501 dai padri serviti, per la sacrestia della Madonna delle Grazie, e poi esposta in uan Sala della Pinacoteca Comunale, e attualmente si trova nel ripostiglio a piano terra dello stesso palazzo. Considerazioni di ordine stlistico e comparative, tra l'opera in oggetto e altri lavori in tarsia del periodo, dimostrano, specialmente nelle composizioni a grottesche una derivazione da temi decorativi riallacciabili alla tradizione umbra influenzata dal Perugino. L'uso di legni di due colorazioni diverse crea un evidente contrasto cromatico e una schematizzazione figurativa, attenuata da ampi rirocchi a penna
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000005331
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1981
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sulla fascia sopra gli specchi del bancone - " AD ORNAMENTUM SACRARI FRATRUM SERVORUM DONUS ANTONIUS DE GAIS HOC OPUS DICARI MANDAVIT" - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0