Ritratto di Ferdinando I de' Medici

monumento funebre a edicola

Il sepolcro, interamente scolpito e foderato in marmo, granito, porfido e pietre dure applicate con la tecnica del commesso fiorentino, si articola in un alto basamento al centro del quale è una cartella in porfido contornata da una fascia in diaspro di Sicilia verde e giallo; le lettere sono in calcedonio di Volterra. Ai lati due grandi pannelli ottagonali in diaspro di Barga sono affiancati da vasi. Il soprastante sarcofago con sostegni a balaustro presenta al centro un elemento recante lo stemma della famiglia Medici. Il coperchio spezzato include tra le due ali curvilinee un cuscino sul quale poggia una corona. L’edicola, anch’essa realizzata in marmi e pietre dure, è sormontata da un timpano semicircolare spezzato, completato da una grande cartella incorniciata da volute. La nicchia ospita la statua di Ferdinando I in bronzo dorato. In alto, nel fregio che percorre il perimetro del mausoleo è intarsiato in pietre dure e a grandi lettere il nome del sovrano che riposa nel sottostante sepolcro

  • OGGETTO monumento funebre a edicola
  • MATERIA E TECNICA porfido/ intaglio, commesso
    pietra dura/ commesso
    bronzo/ fusione/ doratura
    granito/ intaglio
    marmo/ intaglio/ commesso
  • ATTRIBUZIONI De Medici Giovanni (1566/ 1621): progettista
    Buontalenti Bernardo (1531/ 1608): architetto
    Nigetti Matteo (1560/ 1649): scultore
    Tacca Pietro (1577/ 1640)
    Tacca Ferdinando (1619/ 1686)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Museo delle Cappelle Medicee
  • LOCALIZZAZIONE Cappelle Medicee
  • INDIRIZZO Piazza di Madonna degli Aldobrandini, 6, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Prima di morire Cosimo I de’ Medici progettò l’erezione di una terza sagrestia in San Lorenzo che accogliesse il proprio sepolcro e quello della moglie, dei figli e dei familiari utilizzando pietre dure e rare sia per il rivestimento sia per l’arredo. Un progetto fu approntato da Vasari. Alla morte di Cosimo, Francesco I iniziò a raccogliere il prezioso materiale lapideo per adornare il mausoleo di famiglia, ma quando morì nel 1587 non era ancora stato avviato. Il successore al trono, Ferdinando I, riprese l’idea nel 1592 dedicando però la cappella ai primi granduchi di Toscana (Przyborowski in Ferdinando I 2009, p. 134). La lunga fase di progettazione si concluse nel 1604 con un progetto definitivo elaborato da Don Giovanni de’ Medici, fratello del granduca, insieme a Bernardo Buontalenti e Matteo Nigetti. La struttura dell’edificio fu ultimata nel 1654, mentre il completamento del prezioso e sontuoso rivestimento in commesso di marmi e pietre dure, iniziato nel 1613 (Pope-Hennessy 1966, vol. III, t. II, p. 403), si protrasse a lungo richiedendo un enorme investimento finanziario (cfr. Morrogh in San Lorenzo 2017, pp. 567, 575). Nel 1626 Pietro Tacca, che era succeduto al Giambologna come scultore granducale, ricevette l’ordine di preparare due grandi modelli in gesso dei granduchi Ferdinando I e Cosimo II da collocare nelle nicchie della cappella e dai quali si sarebbero poi ricavati i calchi necessari per la fusione in bronzo. Secondo Baldinucci inizialmente le due sculture dovevano essere realizzate in marmo, ma il Tacca ottenne di fonderle in bronzo, un materiale che senz’altro gli consentiva una maggiore libertà espressiva; il biografo riferisce inoltre che il modello di Ferdinando I fu criticato poiché lo scultore aveva raffigurato il granduca con una coscia esposta, mentre l’altra era celata dal ricco abbigliamento di panno, per cui i detrattori, commentando che la figura rappresentava più un San Rocco che il sovrano, spinsero il Tacca a realizzare un nuovo modello più consono alla dignità del granduca (Pope-Hennessy 1966, vol. III, t. II, p. 403). Lo scultore lavorò alle due statue commissionate per la Cappella dei Principi tra il 1626 e il 1634, quando, come ricorda il Pope-Hennessy (Ibid.), Ferdinando I impose a Tacca di occuparsi esclusivamente del monumento equestre di Filippo IV di Spagna per Madrid. Quando l’artista morì nel 1640 la statua del granduca, per la quale aveva ricevuto l’incarico di fonderla in bronzo nel 1631, rimase incompiuta e fu portata a termine nel 1646 dal figlio Ferdinando (Torriti 1984, pp. 44-46)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901396746
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Cappelle Medicee
  • ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Cappelle Medicee
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • ISCRIZIONI basamento, cartella - FERDINANDVS/ MAGN. DVX ETR/ III/ VIX ANN. LX/ OB. VII. ID. FEBR./ M. DCIX - capitale - a intarsio - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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