demoni marini
manico di specchio
Manico di specchio segnato da una fascia rilevata alla sommità. Presenta una decorazione a bassissimo rilievo con due demoni marini raffigurati frontalmente, eccetto i volti di profilo. Una fascia a onde delimita l'estremità inferiore dell'oggetto, suggerendo un'ambientazione marina della scena
- OGGETTO manico di specchio
-
MATERIA E TECNICA
osso/ doratura, intaglio, pittura
- AMBITO CULTURALE Ambito Etrusco
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Fin dall'inizio del V sec. a.C. in ambito etrusco si diffonde la raffigurazione del tifone che poi si standardizza nel secolo successivo, divenendo molto frequente nella decorazione degli specchi. I pesci, invece, sono l'attributo più diffuso per descrivere i tritoni. Il particolare delle doppia coda del tritone suggerisce di ricondurlo alla tipologia II della classificazione proposta da Camporeale, che colloca la diffusione di questa soluzione iconografica nella seconda metà del IV secolo a.C. Paolucci sottolinea "il modellato, nitido e sottile, delle due figure [che] sembra trovare nel rinnovamento classicista proprio dell'arte etrusca del IV secolo a.C. la temperie culturale più consona" (Paolucci in Ciseri 2018, p. 36), e conferma la datazione già proposta dalla critica. Il manufatto del Bargello può venir confrontato con un manico di specchio con figura di tifone conservato al Kestner Museum di Hannover (inv. 1550) per affinità stilistiche, iconografiche e un'accentuata policromia. Quanto alla destinazione del manufatto, essa oscilla tra un uso legato al rito nuziale e un utilizzo eminentemente funerario, proprio per l'iconografia dispiegata. I tritoni e i tifoni, esseri psicopompi cui era affidato il trasporto del defunto all'isola dei beati, sono motivi diffusi nella decorazione di urne e sarcofagi etruschi del IV e III secolo a.C.: rimandano a un "collaudato repertorio iconografico funerario tipico dell'arte etrusca della tarda classicità e del primo ellenismo" (Paolucci in Ciseri 2018, p. 36). L'ampiezza del diametro dei manici, che li rende sproporzionati rispetto gli specchi e quindi poco funzionali, e l'uso di un'estesa policromia, inconciliabile con l'uso quotidiano, concorre, secondo gli studi, a circoscrivere il loro uso soltanto in ambito simbolico e rituale
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901395319
- NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0