testa di pastore e armenti
dipinto murale staccato,
ca 1305 - ca 1310
Giotto (1266 Ca./ 1337)
1266 ca./ 1337
frammento di affresco staccato, parte destra di una vela della volta
- OGGETTO dipinto murale staccato
- AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
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ATTRIBUZIONI
Giotto (1266 Ca./ 1337)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Bottega Di Giotto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia
- LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
- INDIRIZZO Via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il frammento faceva parte di un ciclo di affreschi situato nella cappella maggiore della Badia di Firenze e riferito a Giotto dalle fonti antiche a partire da Ghiberti. Le pitture murali sono andate quasi interamente distrutte durante i rinnovamenti architettonici di cui la chiesa fu oggetto tra il 1625 e il 1627. La “Testa di pastore con armenti” (probabilmente parte di una scena con “Gioacchino tra i pastori”) venne riportata alla luce nel 1958 assieme ad altri frammenti: parti di un'”Annunciazione”, di una “Presentazione della Vergine al Tempio”, della decorazione di un costolone della volta e porzioni di intonaco minori. Nel 1959 i resti vennero staccati dal restauratore Dino Dini e portati nei depositi della Soprintendenza ai Monumenti di Firenze presso Villa Corsini a Castello e presso la Limonaia di Palazzo Pitti (cfr. Romano, 2015). Alcuni di essi vennero esposti nel 2000 alla mostra "Giotto: bilancio critico di sessant'anni di studi e ricerche”. Il frammento con la testa di pastore rimase in seguito esposto presso la Galleria dell'Accademia di Firenze. Tra le prime opinioni critiche dopo il recupero degli affreschi è da menzionare quella di Cesare Gnudi (1958; 1959) che giudicò il frammento autografo di Giotto e databile agli anni del polittico di Badia. Della stessa opinione il Valsecchi (s.d., ma 1960) e il Procacci (1967). Un giudizio assai severo sulla qualità delle pitture è stato invece espresso dal Bellosi (1966) e dal Previtali (1967), che vi riconobbero l'intervento di collaboratori non molto dotati. In tempi più recenti la critica si è espressa invece in termini perlopiù elogiativi. Bonsanti (1985) le ha inserite tra le opere del Maestro prodotte attorno al 1300; valutazioni positive sono state espresse anche da Collobi Ragghianti (1987), Busignani (1993), Flores d'Arcais (1995) e Tartuferi (1995). Boskovits (2000) è stato il primo ad affermare con decisione una datazione degli affreschi assai più tarda e prossima alla decorazione della Cappella Bardi in Santa Croce, seguito da Lenza (2014). Anche Tartuferi (2000), seguito da Baldini (2009), ritiene più plausibile una loro collocazione nella fase intermedia fra gli affreschi della Cappella Peruzzi e quelli della Cappella Bardi. Da ultimo, Romano (2015) ha offerto una valida ricostruzione del ciclo di affreschi, tenendo conto della documentazione relativa al loro strappo e dei frammenti minori, e proponendo di considerare come termine ante quem per la loro realizzazione la data di consacrazione dell'altare maggiore della Badia, avvenuta nel 1310
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901140332
- ENTE SCHEDATORE Galleria dell'Accademia di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0