ultima cena

dipinto, 1544 - 1547

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L' Ultima Cena è raffigurata sulla parete centinata di fondo del refettorio grande, inquadrata da una fascia dipinta a finta pietra serena sorretta da due mensoloni decorati, creando così l' illusione di una nicchia, la quale include un interno suggerito da una ariosa architettura tirata in prospettiva e suddivisa da doppie lesene con cornicione alternate a specchiature. Dietro la tavola apparecchiata, che si estende per quasi tutta la larghezza, sono schierati gli apostoli ai lati di Gesù, che come di consueto si trova al centro. In questa rappresentazione però manca la figura in primo piano di Giuda, qui è illustrato il momento successivo, la sua uscita di scena è sottolineata dal suo sgabello in terra e dal litigio fra il cane e il gatto. Forse la sagoma bruno-rossastra che si intravede sul lato sinistro, purtroppo il cattivo stato di conservazione dell'affresco non ci aiuta, corrisponde alla sua figura, appunto relegata in un lato della scena dopo l'atto di tradimento. Attorno alla metà del XVI secolo, 1543-1544, nel monastero di Monticelli si effettuarono importanti lavori architettonici, si aggiunse anche il refettorio, un ambiente con volta a padiglione unghiata e successivamente fu dipinta l'Ultima Cena da un'ignoto pittore. Infatti un documento del maggio 1547 cita il pagamento 'residuo' da parte delle monache ad un non meglio identificato "dipintore" per aver lavorato al Cenacolo, attenstando così la fine dell'opera pittorica. Il nostro affresco riflette nello schema compositivo il Cenacolo di Andrea del Sarto nel già monastero di S. Michele a San Salvi, più volte copiato come si vede da l' Ultima Cena di Ridolfo del Ghirlandaio nella chiesa di S. Maria degli Angeli del 1543. L'affresco di Monticelli pur non presentando elementi sufficentemente caratterizzanti per una sicura attribuzione, a causa delle varie ridipinture e del cattivo stato di conservazione che ha appiattito quasi tutte le volumetrie dei corpi, presenta un linguaggio riferibile in ambito fiorentino manierista; in certa ariosità e colorismo, l'artista sembra influenzato dalla pittura di Frà Bartolomeo, che comunque scade nelle evidenti difficoltà del pittore nel caratterizzare e variare i volti dei vari protagonisti della scena, mentre per la parte architettonica l'ignoto artista fiorentino si dimostra ben preparato
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900748973
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI in alto al centro, sopra la figura di Cristo - SILENZIO - lettere capitali - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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