paesaggio fluviale
dipinto,
ca 1625 - ca 1625
Dipinto su tela raffigurante un paesaggio
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Angeli Filippo Detto Filippo Napoletano (1587/ 1629)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE "I paesi di questa età… dal Baldinucci son chiamati dell'antica maniera. La nuova cominciò in Firenze da Filippo d'Angeli, o Filippo Napoletano…" (Luigi Lanzi). Il breve ma significativo giudizio del Lanzi è sufficiente a testimoniare la reale portata innovativa che Teodoro Filippo di Lagno (Liano), o D'Angeli come fu poi italianizzato il nome di famiglia (più comunemente detto dal Baglione in qua Filippo Napoletano) introdusse nella rappresentazione di paesaggi, genere artistico che dalla fine del XVI secolo poté godere in Italia e in Europa di grandissima fortuna. Portata innovativa che è sufficiente a inserire Filippo tra le personalità artistiche di maggiore rilevanza nel panorama artistico italiano di primo Seicento, non solo in questo genere pittorico ma anche nella rappresentazione delle battaglie, per le quali egli fu particolarmente famoso e ricercato. L'artista fu esponente di spicco del gusto di ispirazione nordica per dipinti di piccole dimensioni eseguiti su materiali preziosi come la lavagna, il diaspro, la pietra 'paesina', il rame, e raffiguranti, oltre ai paesaggi, marine, nature morte e scene di genere, e condivise grande fortuna e considerazione alla corte di Ferdinando I e di Cosimo II de' Medici con altri pittori forestieri quali Agostino Tassi e Jacques Callot. Gli studi condotti per molti anni da Marco Chiarini hanno contribuito in tempi recenti al progressivo chiarimento del profilo artistico dei tre maestri, talora confusi tra loro per l'affinità delle tematiche e del linguaggio. Gli anni passati da Filippo Napoletano a Firenze tra il 1617 e il 1621, al servizio di Cosimo II, furono di importanza fondamentale per la formazione dello stile di questo maestro geniale, che nell'ambiente fiorentino elaborò quelle spiccate caratteristiche di stile che hanno consentito di ricomporne attendibilmente il corpus pittorico. L'arrivo a Firenze del pittore, romano di nascita ma 'napoletano' di formazione, fu sicuramente determinato dalla fama di paesaggista ma anche di pittore 'di storia' tanto da divenire, dopo il suo arrivo a Roma nel 1614, 'familiare' del cardinale Francesco Maria del Monte e attraverso questi del cardinal Carlo de' Medici, fratello di Cosimo II. L'intensa attività condotta per il granduca, che lo inserì fin da subito nei ruoli della Guardaroba medicea con uno stipendio mensile, e per il fratello cardinale, porterà nella rappresentazione del paesaggio all'affermazione di uno stile nuovo, personale, nel quale rifluiscono le esperienza accumulate nel periodo napoletano-romano e alle quali si aggiungono progressivamente le nuove offertegli dall'ambiente fiorentino, particolarmente aperto, in quegli anni, ad accogliere dipinti di area nordica unitamente ad incisioni provenienti dall'ambiente fiammingo. L'adesione del Napoletano alla rappresentazione di un paesaggio 'naturale' di matrice elsheimeriana immette un ulteriore elemento di realtà nella cultura pittorica tra Firenze e Roma. I due importanti dipinti di proprietà Corsini costituiscono un pendant e sono assegnati a Filippo Napoletano ab antiquo, in virtù di una scritta sul retro del primo Paese. Vi si nota una evidente affinità con i dipinti del Napoletano provenienti dalle collezioni medicee ed oggi nella Galleria Palatina (depositi, inv. OdA 1911, n. 539) di Firenze, e pur nelle inevitabili varianti i due rami testimoniano la fortuna del soggetto presso i maggiori casati gentilizi fiorentini, che intendono corroborare la familiarità con la corte granducale anche attraverso un manifesto spirito di emulazione nel gusto artistico e nei favori accordati a certi generi pittorici. Pur nell'evidente clima elsheimeriano, i due piccoli dipinti sono soffusi da un alone pre-romantico che distingue certe opere del Napoletano una volta rientrato, dopo il 1622, a Roma. Nel complesso entrambi i rami di collezione Corsini, e soprattutto il secondo, dimostrano uno sviluppo nello stile dell'artista orientato a quel senso della realtà che si nota nelle opere del suo secondo soggiorno romano, dove emergono ricordi e suggestioni direttamente desunte dalla campagna che circonda l'Urbe, specie nelle boscose anse fluviali, o nei poetici ruderi turriti". Dott.ssa Giovanna Damiani, Soprintendenza SPSAE e per il Polo Museale della Città di Firenze
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900745767
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- ISCRIZIONI sul retro - "per mano di Filippo de Liano" - a inchiostro - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0