Santa Caterina d'Alessandria

dipinto murale, ca 1380 - ca 1395

dipinto murale frammentario con figurazione e soprastante fregio decorativo di carattere geometrico

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Jacopo Di Cione Detto Jacopo Orcagna (cerchia)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo stesso Vasari ripreso dal Richa ricorda che la chiesa di San Marco era originariamente coperta di affreschi che lo storico riferisce a Cavallini. L'Annunciazione dell'altare di controfacciata e i numerosi frammenti di affreschi ritrovati sotto lo scialbo delle pareti laterali confermano le parole vasariane anche se la loro datazione risulta essere molto più tarda rispetto al Cavallini, in un arco di tempo che va dal 1370 ca. al 1420 ca., in un periodo nel quale la chiesa apparteneva all'ordine dei frati silvestrini. La decorazione venne per la maggior parte distrutta con la costruzione dei grandi altari in pietra alla fine del Cinquecento, ma non si esclude che già l'intervento michelozziano avesse scialbato gli affreschi, ritenuti ormai poco moderni anche dal punto di vista iconografico. Per quanto riguarda la parete sinistra si conoscevano in un primo tempo solo gli affreschi riapparsi sotto lo scialbo tra gli altari: di recente, alla fine del XX secolo nel rimuovere le pale dagli altari per il restauro sono stati scoperti altri frammenti di grande interesse. E' stato infatti evidenziato che la parete sinistra, era quasi interamente ricoperta da una fascia centrale affrescata nella quale erano raffigurate figure votive di santi e una grandiosa scena narrativa, la cui frammentarietà non permette purtroppo di riconoscere il soggetto. Il dipinto che qui prendiamo in considerazione, attualmente situato all'interno del terzo altare, vede raffigurata una Santa Caterina d'Alessandria, riconoscibile per la ruota dentata e come l'affresco che apre la sequenza della parete non è da considerare della stessa mano e neppure contemporaneo della grande storia centrale. Il Bellosi lo indica come opera da situare nella cerchia di Iacopo di Cione e si suppone quindi una datazione tra il nono e l'ultimo decennio del Trecento. Da un punto di vista iconografico,diversamente dal primo della serie che tenta di legarsi all'affresco centrale mediante la ripresa del fregio, questo si pone molto più in basso con un fregio geometrico molto corsivo per fattura. A destra della santa è visibile il gomito di un'altra figura perduta nella lacuna che fa ipotizzare una figurazione con una teoria di santi allineti sulla parete, secondo una iconografia di carattere votivo assai frequente nella decorazione delle pareti delle chiese della fine del Trecento, presente ad esempio nella chiesa di San Miniato a Firenze e in quella di San Lorenzo a Signa
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900743535
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2011
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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