La Magnanimità abbraccia il suo Destino. figura allegorica femminile con fanciullo

gruppo scultoreo, 1820 - ca 1820

n.p

  • OGGETTO gruppo scultoreo
  • MATERIA E TECNICA gesso/ formatura
  • ATTRIBUZIONI Bartolini Lorenzo (1777/ 1850)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
  • INDIRIZZO via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Elisa Bonaparte morì a Trieste nel 1820, e allora il marito Felice Baciocchi chiese a Bartolini di realizzare un monumento celebrativo, da collocare nella cappella di famiglia a Campomarzo, presso Trieste (Tinti 1936); nel 1821 Baciocchi si trasferì a Bologna, pensando quindi di collocare il monumento in S. Petronio. Bartolini, fervente bonapartista e particolarmente legato alla principessa che lo chiamò giovane all'Accademia di Carrara, accettò con entusiasmo: "Avevo scritto [al principe Felice] che niuno doveva essere incaricato del monumento che me", scrisse in una memoria datata 11 maggio 1842 (in Tinti 1936). Lo scultore ideò il gruppo "La Magnanimità che abbraccia il suo Destino", pensandolo appropriato alla vicenda di Elisa. Durante la lavorazione il marmo apparve difettoso per la presenza di venature nere che deturpavano il volto della statua della principessa; sorse allora una lite tra Bartolini, che chiese a Baciocchi di sostenere la spesa per l'acquisto di un nuovo blocco di marmo, e il principe, che riteneva che la spesa toccasse allo scultore. A malincuore Bartolini consegnò il lavoro difettoso "del quale disapprovo solennemente l'esecuzione" (Tinti 1936). Dopo essere rimasto molti anni abbandonato nelle cantine del palazzo Baciocchi a Bologna, il monumento fu infine venduto dagli eredi di Felice al marchese Massimiliano Malvezzi Angelelli, che lo fece riadattare per la tomba di famiglia al Cimitero della Certosa di Bologna: la figura della Magnanimità fu trasformata in Minerva. Caracciolo (in Lorenzo Bartolini 2011) riprende l'ipotesi, già avanzata da Tinti (1936) che a sua volta seguiva Marmottan, che si tratti invece del modello per un monumento a Elisa da collocare in una piazza di Carrara, nato nello studio carrarrese di Bartolini tra il 1808 e il 1813 e scampato alla distruzione; ipotesi che era stata respinta con decisione da Pinto (in Lorenzo Bartolini 1978). Lo scultore lo avrebbe poi riadattato come monumento funebre nel 1820. In occasione della mostra dedicata a Bartolini alla Galleria dell'Accademia (Lorenzo Bartolini 2011) il gruppo è stato separato dal rilievo con "L'ingresso trionfale di Elisa in Toscana", fino allora ritenuto parte della base (Galleria Accademia 1999) ed invece parte del basamento della statua di Napoleone oggi a Bastia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900742935
  • NUMERO D'INVENTARIO Sculture 1181
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria dell'Accademia di Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2011
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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