Madonna con Bambino, angelo e santo genuflesso

dipinto murale staccato, post 1690 - ante 1710

n.p

  • OGGETTO dipinto murale staccato
  • MATERIA E TECNICA intonaco staccato/ pittura a fresco
  • MISURE Altezza: 240 cm
    Larghezza: 156 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco proviene dalla cappella Cerchi, uno degli ambienti più antichi della basilica che ha subito nel tempo numerosi cambiamenti ed interventi pittorici, peraltro di rado registrati dalle fonti, soprattutto per quel che riguarda le testimonianze dei secoli a noi più vicini. Dunque non è agevole risalire, attraverso gli eterogenei frammenti di affreschi ancora conservati, ad una chiara ricostruzione dell'apparato figurativo che si sviluppava sulle pareti della cappella. Nel caso specifico, questo affresco potrebbe corrispondere, in via dubitativa, all'"Adorazione dei pastori" descritta come "assai danneggiata" negli inventari redatti dagli ispettori Rondoni e Marangoni nel 1866 e poi nel 1916, con un'attribuzione ad ignoto artista fiorentino della seconda metà del XVII secolo. Proprio il cattivo stato di conservazione potrebbe aver fatto mal interpretare il soggetto e, fra l'altro, essere stato la causa del distacco dell'affresco dalla sede originaria e del conseguente restauro che l'opera subì alla metà circa del secolo scorso, recuperando la leggibilità che ancora oggi apprezziamo. L'affresco raffigura un Santo genuflesso davanti alla Madonna e al Bambino, ma l'identificazione del Santo è complicata dall'assenza di specifici attributi iconografici, fatta eccezione per la palma - simbolo del martirio - che tiene in mano l'angioletto ai piedi della Vergine. Forse è da riconoscervi San Pietro, effigiato nell'atto di inginocchiarsi sulla base di pietra che potrebbe simboleggiare le fondamenta della chiesa cattolica. A conferma, l'accenno di paesaggio cittadino che si vede sullo sfondo pare rappresentare la cupola di San Pietro a Roma. Alla base del cespuglio rimane un frammento di iscrizione, "Benefatt", da leggere probabilmente come "Benefattrice", in riferimento alla Vergine che nella liturgia della Chiesa è sempre stata vista come elemento potentissimo di intercessione presso Gesù Cristo. Dal punto di vista stilistico, si può collocare questo affresco tra la fine del Seicento e i primi del Settecento, in ambito fiorentino. Inoltre, la presenza d'influenze emiliane, riscontrabili nella gentilezza dei modi della Vergine e del Bambino, nei carnati teneri e nei panneggi pieni, e d'influenze venete, visibili nel colorismo limpido, fa avvicinare la pittura agli artisti della cerchia del Gherardini, Gabbiani e Sagrestani, tutti apprezzati frescanti operanti a Firenze nel primo Settecento. In particolare, l'ambito di Matteo Bonechi - l'allievo del Sagrestani in cui si coniugano influenze venete, parmensi e bolognesi - è forse quello a cui più si avvicina lo stile di quest'opera per quella grazia tipicamente correggesca dei modi e delle fisionomie
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900742418
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Villa Corsini a Castello
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI a sinistra del santo, alla base del cespuglio - BENFATT - lettere capitali - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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