Talete di Mileto

dipinto murale, 1590 - 1590

Figura maschile seduta su basamento raffigurante Talete, vestito con tunica e turbante in testa, mentre regge con la mano destra la sfera armillare e con la sinistra il sesto. Il personaggio è collocato entro una nicchia fasciata da tendaggio con nappe

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • MISURE Altezza: 1.10 m
    Larghezza: 1.07 m
  • ATTRIBUZIONI Gheri Cosimo (notizie 1583-1594): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE San Casciano in Val di Pesa (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il complesso decorativo è stato commissionato dal piovano Niccolò Cavalcanti, discendente del celebre poeta Guido qui ritratto insieme ad altri poeti, insediatosi nella pieve nel 1561 e rimasto fino alla sua morte, avvenuta nel 1603. Egli volle intorno al 1590 nel lato orientale della canonica il proprio studiolo, che rispecchia la sua fede e la sua cultura. Fatto affrescare da un pittore appartenente alla cerchia di Santi di Tito, dal giovane artista Cosimo Gheri (firma rintracciata da Rita Romanelli durante i restauri) con un decoro di chiaro stampo umanistico, dove sono presenti le Arti liberali entro nicchie tra grottesche e le figure di poeti, letterati e scienziati illustri. Nella canonica di S. Pancrazio si trovano altre due tavole datate (tutte posteriori allo studiolo) e firmate Cosimo Gheri che provengono dagli altari laterali della chiesa (oggi non più presenti), nelle quali troviamo una tangibile rispondenza stilistica con gli affreschi dello studiolo. Non meno importanti per un raffronto con il nostro ciclo sono: la lunetta degli anni ottanta del XVI secolo raffigurante il "Demonio mentre scaglia una pietra contro S. Domenico", nel chiostro grande della chiesa fiorentina di santa Maria Novella e i due affreschi raffiguranti il "Martirio di San Simone" firmato e datato al 1590 e il "Martirio di S. Mattia", attribuitogli, nel chiostro dell'oratorio di San Pierino a Firenze. Le sue opere, caratteizzate da una semplicità compositiva ma vivace, mostrano un segno incisivo, ma alquanto greve, che delimita in modo netto i personaggi e le architetture. Ma ciò che ha ispirato Cosimo Gheri nella costruzione d’insieme del ciclo di San Pancrazio, risultando un’evidente rielaborazione, come ci suggerisce la studiosa sopra citata, sono gli affreschi della Sala delle Scienze nella villa Bottini di Lucca, attribuiti alla mano del pittore Bernardino Poccetti; dove il Gheri ha colto lo stesso disegno architettonico delle nicchie e la stessa impostazione delle figure. Gli affreschi di San Pancrazio furono riscoperti nel 1940 dal piovano Giuseppe Sardelli per caso durante la raschiatura del vecchio intonaco, che era stato precedentemente risanato con decorazione a stampino dal piovano Ottavio Mormorelli tra il 1814 e il 1835. Dopo vari sopralluoghi da parte della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Firenze, nel 1993 sono iniziati i lavori di restauro, protrattisi fino al 1997, per il recupero definitivo di tale ciclo pittorico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900696749-11
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ISCRIZIONI cartiglio al centro dell'arco - TALETE - capitale - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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